Roma, Spalletti: «Non voglio troppi calciatori in rosa. Nainggolan vale Pogba. Scudetto? Qui si fa sul serio»

Roma, Spalletti: «Non voglio troppi calciatori in rosa. Nainggolan vale Pogba. Scudetto? Qui si fa sul serio»
di Gianluca Lengua
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Sabato 21 Gennaio 2017, 14:24 - Ultimo aggiornamento: 16:30


«Siamo una squadra che fa sul serio». Luciano Spalletti avverte i naviganti, la sua Roma vuole salire in alto in cima alla classifica, superando la Juventus diventando la regina del campionato. Il tecnico della Roma alla vigilia della partita contro il Cagliari torna anche sul mercato per difendere la sua rosa secondo lui sufficiente: «Basta farli funzionare tutti». In chiusura un paragone: «Nainggolan vale quanto Pogba». Ecco le parole dell’allenatore in conferenza stampa. 
 
Infortunati. «C’è solo Florenzi che farà allenamento a parte. Cin tengo a mandare un pensiero a tutte quelle persone che stanno passando momenti difficilissimi in Italia e a tutti quelli che li stanno aiutando». 
 
Ruediger e l’ossessione della vittoria. «Io non ho fatto nulla, sono i calciatori dei professionisti seri e persone che lavorano in maniera corretta. Devono saper riconoscere i momenti del loro lavoro e della loro carriera e capire che questo è un momento importante. Giocare nella Roma è una cosa importante e di conseguenza sanno altrettanto che si chiamano momenti perché passano velocemente, per farli durare bisogna comportarsi in un certo modo. Dobbiamo dare seguito a serietà e professionalità».
 
Il pareggio di Cagliari. «Oltre a quello ci sono anche altri momenti e risultati da migliorare. Nessuno è perfetto. Vogliamo fargli vedere che non siamo quelli del girone d’andata, li ritroveremo in salute perché il Cagliari ha vinto con il Genoa, ha costretto il Milan a vincere nelle ultime battute, Rastelli è una ricchezza per il nostro calcio che fa delle sue qualità il modo in cui fa giocare la squadra. È fatto di aggressività. Ci sono calciatori di livello internazionale come Alves, Borriello e Isla, ma noi vogliamo fargli vedere che siamo migliorati». 
 
I pungi a terra all’andata. «Quell’immagine l’ho rivista, era sui due gol sbagliati, fatta dopo il loro pareggio e sono state due occasioni che non abbiamo concretizzato e mi dispiaceva. Potevamo comunque vincere. Rivedendo la partita era giusto il pareggio, ma è stato meglio così perché abbiamo imparato».
 
Manolas. «Non è fondamentale in una squadra solo un calciatore, perché se diventa la chiave dei risultati è difficile portare a temine un campionato di livello. Nella nostra rosa non siamo pochi e se riesci a farli funzionare siamo sufficienti. Se ne hai troppi c’è il rischio di non farli funzionare tutti, questo è in numero esatto. Poi ci sono menti in cui ti capitano infortuni tutti nello stesso reparto e non è facile. Noi siamo nelle condizioni di poter affrontare il periodo difficile e dice bene il presidente a dire parliamo dei nostri per quello che stiamo sviluppando. Ma se poi ci succederà qualcosa non è meglio approfittare di questo momento per mettere a posto? Ma se non succede nulla siamo più che sufficienti, se capiterà qualcosa di livello importante per potersi inserire e dare un contributo nella qualità la faremo. Se capita un giocatore di livello lo prenderemo, se non capita rimarremo così e stiamo abbastanza».
 
I centri di potere. «Sapevo che ce ne erano cinque: Londra, Boston, la Spagna, Roma e il Torrino dove abita Sabatini perché un centro di potere anche lui. Se la Roma sta facendo questo campionato è perché Sabatini sta lavorando bene. Noi dobbiamo, dato che siamo stipendiati, fare quello che stiamo facendo adesso. È quello che tutti si aspettano e ci è imposto per la professione che facciamo. Di centro di importanza ce ne sta soltanto uno che è lo spogliatoio, il resto è tutto un dovere per i vantaggi professionali che abbiamo. Se la squadra sta facendo bene è merito anche di Sabatini». 
 
Vermaelen. «È sempre stato nelle nostre valutazioni. Ora siamo tutti Vermaelen, sono tutti giocatori del suo livello, venendo da quella squadra lì con calciatori di importanza poteva sembrare che ci potesse dare qualcosa in più. Siamo tutti saliti invece al suo livello, quando giocherà vedrete che lui è importante. È una valutazione che va fatta e corretta perché anche gli altri stanno facendo bene e c’è bisogno che ci siano molti calciatori alla pari. Ora in difesa, sembra anche un gioco, di quei 5-6 centrali puoi tirare anche a sorte che sono tutti in condizione e danno un contributo eccezionale. Si lasciano così come sono le cose, nella direzione in cui stanno andando continuando a vigilare. Abbiamo a che fare con calciatori seri e il nostro compito è facilitato».
 
Nainggolan. «Nainggolan è come Pogba. È un calciatore completo, una razza di quelle forti che è abbastanza diffuso nella nostra squadra. La pasta diversa è diffusa in molti nostri calciatori, magari in misura diversa con altre caratteristiche, ma sempre di pasta importante. È un confronto che regge, c’è qualche anno di differenza, ma per il valore e la sostanza espressa, secondo me regge».
 


 
Difensori che non segnano. «Se subisci pochi gol è perché hai difensori forti sul gioco aereo e questo lo puoi riversare anche in zona offensiva. Gli angoli dobbiamo batterli e sfruttarli meglio come forza fisica. Abbiamo giocatori fortissimi di testa, dobbiamo migliorare questo numero, ne abbiamo parlato».
 
La Juventus è più vicina. «Ho solo una sensazione: noi facciamo sul serio perché i nostri calciatori fanno sul serio. La gente si è accorta di questo, questa cosa si respira quando usciamo da qui. Molti dei nostri tifosi erano lì al loro posto nell’ultima partita, ma anche se non ci fossero, loro si percepiscono. Siamo una squadra seria che fa le cose sul serio». 
 
 

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