Roma, Spalletti-Pallotta: effusioni a vuoto

Totti e Spalletti
di Ugo Trani
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Mercoledì 21 Settembre 2016, 09:12
Il presente, la partita contro il Crotone mai affrontato prima (stasera, ore 20,45, all'Olimpico), è sicuramente meno ingombrante del futuro, con Spalletti che ancora non dà la disponibilità a rinnovare il contratto, nonostante l'insistenza di Pallotta che, da tempo, lo sta corteggiando. Senza mancare di rispetto alla neopromossa allenata da Nicola e già inchiodata all'ultimo posto (solo 1 punto conquistato), la Roma, con il suo sfarzesco monte ingaggi da 92 milioni, non ha solo l'obbligo di prendersi i 3 punti.

 

Deve anche rendere semplice e costruttivo il turno infrasettimanale, da sfruttare anche grazie a questa sfida inedita (83° avversario incrociato dai giallorossi nelle competizioni nazionali). E non può, dunque, fallire il ritorno alla vittoria, a prescindere dalle assenze di primo piano in difesa e dai ricambi di seconda scelta per promuovere la nuova (mini) rotazione che permetta ai titolari. Più complicato, invece, il percorso da fare per strappare il sì del tecnico che ancora prende tempo con il suo presidente.

UN SACCO BELLO
Pallotta, dagli studi di Sky a Milano, si è svelato in pubblico, affettuoso e propositivo come non mai: «Mi piacerebbe tantissimo che Spalletti rimanesse a lungo». E, sentendo parlare qualche ora dopo il tecnico a Trigoria nella conferenza stampa della vigilia, magari si è anche illuso di aver fatto centro. Anche perché il Comandante Lucio ha ricambiato con il suo stile riconoscibilissimo quando si deve interfacciare con la proprietà. Via col vento e con l'elogio. «Pallotta è un presidente eccezionale, da lui comprerei anche una macchina usata». I complimenti si sono sprecati, da sommare a quelli di sabato in cui ha ringraziato il bostoniano pure per i nuovi spogliatoi. «Bellissimi». Come i film, in seconda serata, su Rete4. E come tutto il resto. Tanto da far pensare che il rinnovo di contratto, quindi, resta solo da firmare e da annunciare. E invece: «No». E' testuale l'incipit della contorta precisazione del toscano: «Questo è un discorso che lo dirà poi il lavoro che riusciremo a fare insieme. Non è che si possa dire a priori, allenando una squadra come la Roma, si farà così per due-tre anni', il futuro è ora, ce lo giochiamo».

IN PERENNE CONTRADDIZIONE
Nessuno mette in dubbio che, per affrontare il Crotone, possa bastare pure questa rosa. Ci mancherebbe. «Non è corta, stiamo bene così ed è anche di qualità». La tv di casa gli acchitta scontatamente la difesa del gruppo che, da parte sua, c'è sempre stata (scaricarlo oggi, dopo 7 partite stagionali, sarebbe quantomeno controproducente). Anche perché Spalletti non si può rimangiare la benedizione urbi et orbi di un mese fa: «È la squadra più forte che ho mai allenato». Eppure, sabato scorso, ha ricordato che ha solo un centravanti, mentre gran parte dei suoi colleghi ne contano almeno due. Così come ieri ha cambiato idea sullo svezzamento di Gerson. «Gli va dato tempo». A Plzen, giovedì sera, mise invece fretta al dicannovenne: «Non si hanno a disposizione 5 partite nel nostro calcio, ma 5 minuti in 5 allenamenti per entrare nei meccanismi di una squadra». Nel discorso, per dovere di cronaca, inserì pure il giovane regista Paredes e il mistero oneroso Iturbe. Il play potrebbe riavere spazio stasera al posto di De Rossi che, nel caso dovesse giocare, sarà di nuovo capitano (esaurita la punizione a tempo: 3 gare). El Shaarawy spera di partire dall'inizio, per l'eventuale esclusione di Perotti o Salah.