Spalletti: «Il mio futuro legato allo stadio? Ditemi quando è pronto e vi dirò se sono morto»

Spalletti: «Il mio futuro legato allo stadio? Ditemi quando è pronto e vi dirò se sono morto»
di Gianluca Lengua
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Sabato 25 Febbraio 2017, 14:12 - Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio, 01:04
Inter, Lazio, Napoli, Palermo e Lione: inizia un ciclo complicato per la Roma di Luciano Spalletti. Il tecnico domani sera affronterà in nerazzurri in un scontro dal sapore di Champions League, ma niente paura la strategia e procedere passo dopo passo: «Le partite sono tante e tutte di un’importanza fondamentale. Non si cadrà nel tranello che una è più difficile e una più facile», ha detto l’allenatore. Nessuna certezza sul futuro, invece, e su quando firmerà il rinnovo contrattuale.
 
Il calendario. «Se le vediamo tutte insieme diventa difficile. A guardale così potrebbe sembrare impossibile: si smucchiano e si gioca una per volta. Non c’è altra soluzione, acceleratore a tavoletta e poi si valuta quello che è venuto fuori dalla partita e si guarda la successiva. Le partite sono tante e tutte di un’importanza fondamentale. Non si cadrà nel tranello che una è più difficile e una più facile. Non si può interpretarle, sono tutte di primissima qualità e di livello». 
 
L’Inter di Pioli.
«È uno molto bravo, lo sanno tutti nel mondo del calcio. Ha trovato equilibri importanti, ora gioca con la prima punta e i tre centrali anche se ora mancherà Miranda, ma ha soluzioni, fantasia e qualità. Siamo pronti ad affrontare una squadra vincente».
 
Turnover. «Impossibile che gli stessi siano sempre in campo. Abbiamo tanti infortunati e la nostra formazione iniziale è stata cambiata nel lungo periodo. C’è da ribadire una cosa, io non li ho messi nelle condizioni migliori per esprimersi, poi a qualcuno mancava la partita, però, la differenza l’ha fatta la mia scelta nel primo tempo. Nel secondo tempo è stata un’altra partita e quando noi avremo bisogno dei giocatori di giovedì saranno pronti.
 
Manolas. «Gioca»
 
Il futuro. «La gente ha capito bene, sono importanti i giocatori e tutti tengono alla Roma e alla società. C’è da fare risultati se non si fanno risultati cambia la prospettiva. Voi lo dite sempre mettendoci pressione che bisogna vincere, ed è vero. Contano i giocatori che hanno un valore affettivo per il pubblico e la squadra e quelli di calcio vanno in campo. Del mio contratto poi ne parlerò con la società, quando vorrà e se vorrà. Il risultato raggiunto è una cosa straordinaria e fondamentale per la città. Quando una personalità come il sindaco la Raggi riesce a trovare attraverso il dialogo tutela e soddisfazione per tutti ha raggiunto il massimo. Ha fatto bene il suo lavoro, un risultato che dà forza alla città, non solo a chi ha piacere a guardare una partita di calcio. È una soluzione corretta. Baldissoni lo conosco bene, il sindaco mi aspettavo che avesse una disponibilità a mettere a disposizione i suoi pensieri. Bravi a tutti. Una correlazione con il mio futuro? ci può essere, ma lo stadio ci sarà tra 5-6 anni... Se mi aiuti ti dirò se sarà morto oppure no in quegli anni lì... E' un traguardo importante per la società, al quale ambiscono tutte le società. Gli stadi di proprietà danno sbocchi sugli introiti e sulla passione degli sportivi, nell'avvicinare più persone a un movimento fondamentale. Troppe cose ci ruotano intorno e noi abbiamo sempre più responsabilità. Questa squadra sarà più ambita di quello che è adesso».
 
Gli esterni. «Sono forti ma secondo me sarà più D’Ambrosio a incontrare Peres. Le squadre sono quasi a specchio. Ci sono molti duelli fondamentali e loro come noi hanno una grande squadra. Bisogna vedere chi saprà scegliere la giocata, verrà fuori una partita aggressiva». 
 
I rigori. «Non so chi ha avuto più rigori. So però che l’anno scorso abbiamo avuto un rigore e nessuno ha chiesto nulla. Ci fu dato un rigore al terzo episodio su 19 partite. Se loro vogliono usare noi per chiedere qualcosa non lo so. Poi se voglio usare noi per prendere degli alibi lo capisco. Gli allenatori forti fanno così, altrimenti noi deboli come facciamo a colmare la differenza con gli altri?». 
 
Stabilità in Europa. «Siamo dentro all’Europa e alle competizioni italiane, abbiamo una rosa forte, piena di professionisti che conoscono le loro responsabilità. Se ci fosse una partenza mi aspetto che il calciatore venga sostituito perché ci vogliono giocatori forti come già li abbiamo. Siamo già pronti per il futuro, i tifosi possono stare tranquilli. Il rinnovamento di Trigoria, il Tre Fontane. Il modo di lavorare è corretto, c’è competenza e passione».
 
Scambio Icardi-Dzeko. «Io mi tengo i miei di calciatori. Edin sta portando avanti il numero di gol segnati e me lo tengo stretto».
 
Gerson e Gabigol. «Non tutti riescono a percepire le cose fondamentali e a esibire le loro qualità. Nel caso di Gerson c’è Nainggolan che gioca lì, c’è El Shaarawy, bisogna vedere chi gioca davanti. Sono stati presi per giocare in quell’ambiente lì e mettere in pratica il loro valore. C’è una maturazione da fare. 
 
Soddisfazione Emerson e Dzeko. «La soddisfazione è solo se la Roma fa punti. Non ce l’ho con nessuno, devo badare alla tutela della crescita dei giocatori. Devo dare forza ai risultati della Roma, a me interessano i risultati della Roma». 
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