Roma, sporca ma non cattiva: miglior difesa e squadra più corretta della serie A

Alisson
di Ugo Trani
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Venerdì 27 Ottobre 2017, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 19:36
In attesa di Schick e del risveglio dell’attacco che oggi vive di solo Dzeko (o quasi), la Roma si sente comunque una roccia. Solida nell’atteggiamento e robusta anche negli interpreti.

 

Perchè, dopo 9 partite (ce n’è sempre una da recuperare a Marassi contro la Sampdoria), la sua difesa è la migliore della serie A: 5 gol subiti (nei principali campionati d’Europa è la terza, dietro al Barça e il Leganes che ne hanno incassati 3 e al City e allo United fermi a 4). Meglio del Napoli primo e dell’Inter seconda che, in questo turno infrasettimanale, hanno preso 2 reti a testa, con passivo per entrambe di 7 in 10 gare. La Juventus, per la cronaca, ne ha già incassati 10, cioè il doppio dei giallorossi, la Lazio addirittura 11. Di Francesco non si preoccupa per i pochi gol realizzati, 16 in campionato (8 in casa e 8 fuori) e 21 totali contando la Champions (10 di Dzeko, 7 in A e 3 in coppa): sarebbero stati di più senza gli 11 legni colpiti. Esuebio vede, invece, premiato il suo lavoro quotidiano: è l’organizzazione e non il singolo a incidere sulla compattezza che ha permesso i 7 clean sheet in 12 partite, compreso lo 0 a 0 contro l’Atletico Madrid. Alisson, insomma, è uscito dal campo 7 volte, 6 in campionato (4 su 4 fuori casa), senza prendere gol. Conta, dunque, il modo di stare in campo, prima ancora di distribuire i meriti al portiere o agli altri giocatori che, già 22 quelli utilizzati, cambiano in ogni partita (solo in 2 casi, gli stessi titolari).

DOLCE STIL NOVO
Spesso i successi della Roma sono stati etichettati come sporchi. La metà: 4 su 8. Le 3 vittorie in campionato per 1 a 0, in trasferta contro l’Atalanta e il Torino e all’Olimpico mercoledì sera contro il Crotone. E l’unica in Champions, sempre fuori casa, il 2 a 1 contro il Qarabag. Sporche, ma fino a un certo punto. Oltre che meritate, sono state soprattutto pulite. Senza rischiare di contraddirsi: pulite, cioè corrette. Perché il dato più significativo che accompagna i giallorossi sono i 10 cartellini gialli in 12 partite. Nessuna ammonizione in 4 match: quelli vinti contro il Benevento e l’Udinese (consecutivi) più l’ultimo con il Crotone. E nella partita di Londra contro il Chelsea, agonisticamente la più impegnativa. Solo a Bergamo (prima di campionato), 2 gialli: Nainggolan e Defrel. Poi al massimo 1: Jesus contro l’Inter, Perotti contro l’Atletico, De Rossi contro il Verona, Gonalons contro il Qaraba, Dzeko contro il Milan, Fazio e ancora De Rossi contro il Napoli e Alisson contro il Torino. Sanzionati, dunque, il portiere (perdita di tempo) e 8 giocatori. E nessun diffidato. Solo De Rossi (comportamento scorretto nei confronti di un avversario), fin qui, ha concesso il bis.

SERENITA’ RITROVATA 
La Sampdoria, stesse gare giocate (9), ha commesso meno falli della Roma (media di 10,4 a partita): 87/94. Ma nessuna squadra di A ha ricevuto 8 gialli (quella di Giampaolo, ad esempio, è già a 12, come il Napoli e peggio del Crotone che conta fino a 11). Disciplinati, quindi. Tatticamente, però. Ordinati e anche tosti. Solo il Napoli, tra le prime 5 della classifica, va in tackle come la Roma (media identica: 15, 8 a match). Di solito i contrasti aumentano nelle formazioni che devono fermare la qualità di avversarie migliori. Non a caso il Crotone è in testa nella speciale classifica (21 di media). E l’Atalanta subito dietro (19,4) perché Gasperini difende uno contro uno. Di Francesco e Sarri, invece, scelgono l’equilibrio. Che a Trigoria, a quanto pare, è anche mentale.
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