L’INFORTUNIO
L’incubo è finito, Kevin è addirittura stato convocato dalla nazionale per lo stage estivo: «E’ una sensazione speciale vedere la fiducia che hanno riposto in me, anche se solo per delle amichevoli». Mesi di lavoro e di cure hanno levato a Strootman molte energie, in alcuni momenti si è palesata la sensazione di non farcela, ma poi grazie all’intervento del prof. Mariani a Villa Stuart tutto è tornato in ordine: «I momenti immediatamente successivi all'operazione, quando comincia la riabilitazione, sono davvero difficili. Ti rimane una sola scelta ed è quella di pensare che tornerai in campo e che devi fare di tutto per riuscirci, così come ho fatto io. Avevo una sola scelta ed era quella di tornare in campo. La parte più difficile è stata subito dopo l’operazione, quando non si riesce nemmeno a camminare. La mia famiglia mi sostiene sempre, ma anche la mia ragazza, i tifosi della Roma, la dirigenza, lo staff, i compagni... tutti mi hanno aiutato». Su tutti, però, Strootman riserva un sentito grazie al presidente Pallotta: «Mi ha aiutato molto e questo è incredibile, perché avrebbe potuto dire: “Dobbiamo venderlo perché non gioca da quasi due anni e non possiamo più permettercelo”. Avrebbe potuto, ma non l’ha fatto, anzi, è sempre una persona positiva ed ecco perché quando mi ha scritto prima e dopo le mie operazioni io gli ho semplicemente risposto: “Voglio ripagare Lei e il club sul campo”. Questo è l’unico modo in cui io posso ripagare il Presidente e il resto del Club per il loro supporto nel farmi tornare in campo e aiutare la squadra a vincere partite».
IL RITORNO
Era il 2 maggio del 2016, Luciano Spalletti contro il Genoa sceglie di schierare Strootman titolare dopo 463 giorni: «È stato fantastico. Ero rientrato due mesi prima col Palermo, ma il punteggio era già sul 3-0 quando sono entrato e ho potuto disputare solamente gli ultimi minuti, mentre a Genova si trattava di una partita importante che dovevamo vincere e il tecnico ha avuto fiducia in me, facendomi giocare tutti i 90 minuti. Dopo la partita ero ancora pieno di energia, mi sentivo come se ne potessi giocare un’altra subito!». Una stagione cha ha visto lo stadio Olimpico semideserto a causa della protesta dei tifosi contro le barriere imposte dal prefetto Gabrielli: «I tifosi possono portarci 6-9 punti in più perché a volte ci risollevano nelle gare più difficili, ci danno più energia e sono convinto che ci sia una differenza tra partite in casa e in trasferta. La curva all'Olimpico è qualcosa di speciale: è bello scendere in campo e vedere i tifosi laggiù ed è chiaro che quando è vuota le cose sono diverse».
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