Roma-Torino 3-2 Totti entra e segna due gol in due minuti

Roma-Torino 3-2 Totti entra e segna due gol in due minuti
di Ugo Trani
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Mercoledì 20 Aprile 2016, 16:50 - Ultimo aggiornamento: 21 Aprile, 12:51

Meno male che Totti è ancora la Roma e non il suo male. Umiliato fino alla pensione, in campo solo negli ultimi 4 minuti contro il Torino, il capitano firma la doppietta decisiva e porta i suoi compagni, stremati alla meta, in Champions. Perché l'Inter perde a Marassi contro il Genoa e scivola a meno 7: il 3° posto è in cassaforte, grazie alle giocate del suo campione, 303 reti, spinto volgarmente all'uscita di scena dalla proprietà USA che ha deciso da tempo di scaricarlo senza che nessun dirigente abbia avuto il coraggio di dirlo in faccia a lui e di annunciarlo alla gente.
 


OLIMPICO IN FESTA
Lo stadio è vuoto, ma il Re, con i colpi nel finale, lo fa sembrare al gran completo. Totti in quei 4 minuti che sono lo schiaffo peggiore alla sua carriera fa 2 reti come nel derby del gennaio 2015, ultima doppietta in serie A. Sono sufficienti per far capire a Spalletti che i gol diventano adesso più pesanti delle parole, a volte pesanti come le offese. La gente impazzisce a vederlo correre, a 40 anni, sotto la Sud, incompleta solo perché la società giallorossa, da quando è gestita dagli Stati Uniti, non ha fatto niente per tenere accesa la passione. In 23 secondi il pari in acrobazia, al primo pallone toccato. E in due minuti il bis, per battere 3 a 2 il Torino e regalare a Pallotta la partecipazione alla prossima Champions. Totti non ci sarà. Ma fino all'ultimo si conferma generoso: ha dato 5 punti alla Roma in crisi di gioco e di risultati. Come addio non c'è male.

STOP ALLA FICTION
I compagni lo inseguono nell'esultanza dopo il gol che chiude il match. La partita, iniziata male per il rigore di Belotti e le sviste di Calvarese, finisce e in apoteosi. Dopo il pari di Manolas, la rete di Martinez per il nuovo vantaggio del Torino. Totti entra quando il pubblico, svelto a chiamarlo in campo dalla emetà del primo tempo, non ci spera più. Il capitano non uccide la Roma ma i rivali. Tra i cori dei tifosi e i baci di titolari e panchinari. Spalletti tenta l'abbraccio, il capitano gli tende la mano, ma lo scansa e non lo guarda in faccia. Due gol e via. Dal campo e dalla Roma.


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