Caso Sarri, oggi è il giorno del giudice sportivo: la squalifica sarà soft

Caso Sarri, oggi è il giorno del giudice sportivo: la squalifica sarà soft
di Mimmo Ferretti
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Giovedì 21 Gennaio 2016, 09:37 - Ultimo aggiornamento: 10:25
Dal campo all'aula di tribunale (sportivo), passando per i banchi dei mercati rionali di Napoli dove ieri cinque “Mancini”, cioè 5 finocchi, venivano venduti a 2 euro. Lo scontro verbale tra Maurizio Sarri e Roberto Mancini, al termine durante la gara di Coppa Italia di martedì tra Napoli e Inter, dopo aver scatenato l'ironia popolare e pure la gente del web a colpi di tweet con l'hashtag #SarriMancini, è finito ieri sul tavolo del Giudice sportivo Tosel che, letti i rapporti degli ispettori della Procura federale, deciderà oggi le sanzioni a carico dei tesserati (i due tecnici sono stati espulsi). A norma di regolamento, per il tecnico del Napoli si va da una pena pecuniaria ad una breve squalifica, un paio di giornate, nel caso in cui la giustizia sportiva non dovesse qualificare l'episodio come un esempio di discriminazione omofoba, ma come una offesa generica. Punibile appunto con una o due giornate di squalifica, in Coppa Italia ovviamente (prossima edizione, però: il Napoli è stato eliminato). Sarri potrebbe rischiare fino a 4 mesi solo se le frasi saranno ritenute «discriminatorie». Se Tosel dovesse decidere un supplemento di indagine alla Procura federale, la sentenza potrebbe slittare: gli uomini del pm Palazzi hanno già sentito Mancini, direttamente a Napoli (su un pullman), e se verrà avviata un'inchiesta (con probabile deferimento da parte di Palazzi) Sarri potrebbe andare incontro ad una squalifica più lunga. «Mi sono già scusato, e lo ribadisco: non sono assolutamente omofobo. Ho avuto amici gay», ha detto ieri Sarri ricevendo il Tapiro d'Oro di Striscia. «Quelle frasi non hanno offeso me ma tante persone che vengono prese in giro e soffrono tutti i giorni per queste battute», ha replicato Mancini.
MANCIO, MARITO DA 40 MILA EURO
In un primo momento si era parlato di sanzioni molto pesanti per Sarri in base alle norme della Figc che, all'articolo 11 delle Noif, puniscono un tesserato con almeno 4 mesi di stop "un comportamento discriminatorio e ogni condotta che comporti offesa per motivi di sesso". Qualcuno, però, ha obiettato che la frase di Sarri rivolta a Mancini non può essere considerata discriminatoria in quanto l'allenatore dell'Inter non è gay. Separato dalla moglie, se mai. A tal proposito, il presidente del tribunale di Ancona, Mario Vincenzo D'Aprile, ha disposto ieri un maxi assegno di mantenimento da 40 mila euro al mese per Federica Morelli, l'ex moglie di Mancini. Il tecnico dell'Inter sta versando la somma all'ex compagna dallo scorso novembre, e dovrà continuare a farlo, in via provvisoria, fino alla sentenza definitiva: 40 mila euro e non i 2.500 euro mensili che inizialmente sarebbero stati offerti da Mancini. Sull'episodio di Napoli, ieri si sono scatenate reazioni di ogni tipo, soprattutto da parte di esponenti del mondo politico di fede azzurra o nerazzurra. E va ricordato che la legge che introduce nel nostro ordinamento il reato di omofobia è ferma in commissione Giustizia al Senato.
BERLUSCONI: COLPA DI ROBERTO
Il testo, approvato dalla Camera il 20 settembre 2013, e trasmesso dopo quattro giorni a Palazzo Madama, non è nel calendario dell'Aula. Il parere di Silvio Berlusconi: «Sono cose che possono accadere sul campo, hanno sbagliato a renderle pubbliche. Ha sbagliato Mancini». Renzo Ulivieri, presidente dell'Assoallenatori e uomo di sinistra, ha commentato: «È successo anche a me, venni apostrofato allo stesso modo di Sarri con Mancini da un collega italiano, risposi in modo boccaccesco: dissi portami la tu moglie, e poi domandalo a lei. Che non è proprio un modo elegante per rispondere... Comunque, meglio finocchio che democristiano».
Mimmo Ferretti
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