Lazio, Keita deve ancora maturare
Guai a esagerare in campo e fuori

Lazio, Keita deve ancora maturare Guai a esagerare in campo e fuori
di Daniele Magliocchetti
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Martedì 22 Luglio 2014, 09:23 - Ultimo aggiornamento: 15:16
ROMA Viva la giovent, viva l’esuberanza e, perch no, pure una sana e giusta consapevolezza della propria forza e delle proprie capacit. Attenzione però a non esagerare perché a volte il troppo, stroppia. Che Keita Balde Diao sia stata una delle più belle rivelazioni del campionato è assodato, pochi a diciotto anni hanno avuto i suoi numeri: 33 presenze tra serie A e coppe, con 6 reti e 9 assist all’attivo. Davvero niente male anzi, piuttosto impressionante. Ma è giovane e, nonostante i bei risultati, deve ancora maturare, sudare, imparare e lavorare altrettanto. Solo così si diventa campioni. E’ anche questo uno dei tanti compiti che spetta al neo allenatore Stefano Pioli, plasmare sì la Lazio a sua immagine e somiglianza, ma pure far crescere nel migliore dei modi l’eccellente linea verde biancoceleste.



ATTEGGIAMENTI DA RIVEDERE

Il simbolo del futuro della Lazio è senza dubbio Keita e l’allenatore con lui dovrà lavorare tanto sul campo. E’ lui uno dei calciatori, se non il calciatore più acclamato e ricercato dai tifosi, soprattutto dai più piccini. Di solito il talento di Arbucies è sempre stato disponibile per foto e autografi, ma ultimamente si è fatto un po’ troppo desiderare, tanto che più di qualche bambino ci sarebbe rimasto male. Un paio di giorni fa, durante il consueto ritrovo ai piedi del campo d’allenamento, dove i tifosi per una mezzora incontrano i loro beniamini prima della seduta con Pioli, c’è stato il pasticciaccio. I designati per l’occasione erano Mauri e appunto Keita. Entrambi dovevano misurarsi con la gente a Soccer Matrix, un gioco di abilità col pallone. Il capitano ha spaccato l’orologio, presentandosi con cinque minuti d’anticipo e mettendosi a disposizione dei tifosi, mentre il più giovane è arrivato alle 16 e 22, potendo concedersi solo tre minuti, visto che il tecnico non ammette ritardi. E non sarebbe stato l’unico episodio. Non è niente di grave, solo un piccolo campanello d’allarme che è sempre meglio far suonare. Cosa, ad esempio, che non è successa con Maurito Zarate, ma questo è un altro argomento. Se ci fosse stato Miro Klose, uno che Keita segue ad occhi chiusi, probabilmente lo spagnolo avrebbe agito in modo diverso.



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