Serie A, il futuro è in dieci ragazzi
Da Uçan a Paredes il talento dei giovani

Serie A, il futuro è in dieci ragazzi Da Uçan a Paredes il talento dei giovani
di Benedetto Saccà
3 Minuti di Lettura
Martedì 22 Luglio 2014, 09:31 - Ultimo aggiornamento: 23 Luglio, 08:43
ROMA Il possibile futuro della serie A in dieci volti. Volti bambini, certo, ancora capaci di emozionarsi davanti a un pallone ma gi pronti ad allungare lo sguardo verso la vita vera. Del resto le prime amichevoli della nuova stagione hanno offerto un compendio ricco di stelle e di stelline, di campioncini e di ragazzi, diremmo, di prospettiva. Dieci ragazzi dieci, per l’appunto. Nessuno è la reincarnazione di Totti o di Messi, sia chiaro: piuttosto, tutti hanno ancora tutto da dimostrare.



LA CAPITALE

Il viaggio parte da Roma. A Trigoria, d’altronde, i ventenni Salih Uçan e Leandro Paredes hanno già brillato di bravura. Entrambi centrocampisti, entrambi arrivati al Bernardini in prestito oneroso con il diritto di riscatto favorevole ai giallorossi. Il primo, turco di Marmaris, aveva rubato il cuore di tanti sostenitori del Fenerbahçe: e il presidente Aziz Yildirim si era speso oltre ogni dire pur di frenare la trattativa. La Roma ha saputo saltare l’ostacolo e Uçan ha ripagato la fiducia: venerdì scorso, fra l’altro, ha anche segnato un gol nell’amichevole contro l’Indonesia Under 23. Viceversa la fama dell’argentino Paredes ha di sicuro preceduto il giocatore. Per dire, durante l’ultima tournée statunitense dei giallorossi, più di un supporter sudamericano ha riconosciuto Leandro per le strade di Orlando chiedendogli pose e autografi da conservare. E i tifosi del Boca Juniors lo avevano addirittura eletto novello beniamino, nonostante la tenera età, prima che il ds Walter Sabatini indovinasse il colpo. Ora Paredes gioca da interno del centrocampo ma l’esatta collocazione tattica è naturalmente in via di definizione. Sul versante biancoceleste della città, ecco il croato Josip Elez e l’italiano, anzi il romano, Danilo Cataldi, ventenni di belle speranze. Elez è un difensore robusto, alto 1,92 metri, secondo l’almanacco, convocato già in qualche occasione da Petkovic nella stagione passata. All’opposto Cataldi è uno dei migliori frutti della storia recente del vivaio laziale. D’altra parte Danilo, centrale di centrocampo molto duttile, è cresciuto nell’Ottavia ed è planato a Formello nel 2006: aveva appena 12 anni. Ha trascorso la stagione scorsa al Crotone per consolidarsi, ha debuttato nell’Under 21 e, adesso, è tornato a «casa».



«GRAN MILAN»

Quanto al Milan, i dubbi sono pochi, almeno per il momento: l’astro nascente del settore giovanile rossonero è Hachim Mastour. Classe ‘98, sì, ‘98. È nato a Reggio Emilia da genitori marocchini e ha letteralmente incantato osservatori, allenatori, dirigenti e, soprattutto, tifosi. Mastour ha i piedi nobili, si direbbe: e, non per caso, veste i panni del rifinitore in genere; corsie centrali o laterali che siano. Ha però soltanto 16 anni: aspettiamolo dunque al salto. Il Milan vanta comunque un altro centrocampista a dir poco valido: si tratta di Alessandro Mastalli, classe ‘96, figlio di Ennio, mediano di un mare di squadre italiane fra il ‘74 e il ‘90. Alessandro, va detto, deve molto a Pippo Inzaghi, il nuovo tecnico rossonero, visto che l’uno ha fortemente contribuito alle fortune dell’altro negli Allievi nazionali del Milan, specie nei momenti decisivi. Indivisibili. Come accade in questi casi.



LE ALTRE STELLINE

Quattro nomi ancora. Il più giovane è il centrocampista colombiano Alexis Zapata, classe ‘95, dodici mesi vissuti al Sassuolo, propedeutici al trasferimento all’Udinese, a ben vedere. Federico Bernardeschi della Fiorentina, vent’anni, un’ala pura, ha catturato invece l’interesse di Montella, ora poco incline a lasciarlo andare. E non basta. Il centrocampista brasiliano del Cagliari di Zeman, Adryan, ‘94, ha firmato una doppietta domenica con la Rappresentativa friulana. Rapido, esperto a dispetto dell’anagrafe e già premiato con l’esordio di campionato sia nel Flamengo che con i sardi. Un difensore, a chiudere. È Davide Cinaglia, venti anni, romano e (molto) tifoso romanista: ha indossato la maglia giallorossa da bimbo, poi, per i casi della vita, è approdato al Torino via Pomezia. Una sfumatura e il giallorosso è diventato granata.



© RIPRODUZIONE RISERVATA