Lazio, il futuro è tutto un quiz
tanti i dubbi, da Reja a Klose

Lazio, il futuro è tutto un quiz tanti i dubbi, da Reja a Klose
di Gabriele De Bari
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Venerdì 18 Aprile 2014, 00:18 - Ultimo aggiornamento: 08:42
Siamo ormai agli sgoccioli di una stagione deludente e ci si interroga sul futuro tecnico della Lazio. Il ds, Igli Tare, ha annunciato che, qualora arrivasse la firma di Klose, la societ non acquisterebbe altri attaccanti. Il prossimo anno si ripartirebbe dal trio Klose-Djordjevic-Keita. Il tedesco, ormai al crepuscolo di una splendida carriera, gioca metà campionato, il serbo ha una media presenze-gol realizzati da attaccante di seconda fascia e Keita, pur essendo un talento naturale straordinario, non è certamente un bomber. E allora chi segnerà? Alla luce di questo panorama offensivo la squadra, nemmeno la prossima stagione, avrà l’opportunità di avvalersi di quella punta da 15-20 reti che lo stesso Reja ha reclamato qualche settimana fa. Klose è un campione che può tornare utile per arricchire la rosa, giocando una ventina di partite, ma non si può pensare ancora a lui come l’imprenscindibile punto di partenza.

QUALE PROGETTO?

Quindi, bisognerebbe puntare sul gioco e sull’organizzazione tattica. In genere un club ambizioso, che abbia idee chiare e un piano di crescita ben preciso, prepara il futuro cominciando dalla scelta dell’allenatore. Ma la Lazio non l’ha ancora ufficializzato. E allora sorgono spontanee alcune domande: ci sarà sempre Reja in panchina? La sua conferma dipenderà dal piazzamento in classifica? Ci sono altri candidati verso i quali il presidente Lotito sta indirizzando i pensieri? La scelta del tecnico diventa un punto fondamentale sia per la conferma di alcuni calciatori importanti, che per la scelta dei rinforzi da individuare. Dovrebbe essere lui, in base alla filosofia di gioco, a indicare i nomi funzionali al progetto tattico. Purtroppo la Lazio, da qualche anno, sceglie prima i calciatori che l’allenatore. Per poi ritrovarsi ad affrontare una serie di problemi a stagione in corso. Come hanno testimoniato gli ultimi 2 mercati invernali, davvero sconcertanti per una società di lignaggio.

I PUNTI FERMI

La nave biancoceleste naviga a vista, senza una rotta studiata. Questo non autorizza all’ottimismo perché, per un processo di crescita, diventato necessario alla luce dei risultati modesti, servirebbero investimenti sostanziosi e mirati. In mancanza dei quali si potrebbe parzialmente sopperire con qualche idea giusta. La Lazio ha il problema di rifondare tutto il reparto difensivo, portiere a parte in quanto Berisha ha dimostrato di essere affidabile. Dando per scontata la cessione di Marchetti, bisogna che il club faccia un discorso chiaro su alcune pedine chiave dello scacchiere: Radu, Lulic, Candreva, da considerare incedibili. Il presidente dice che ci sono elementi difficili da trattenere, perché vogliono andar via. Lotito dovrebbe comunque cercare una spiegazione a questo malcontento serpeggiante. Forse la spiegazione sta proprio nel fatto che questi calciatori non vedono nascere un ambizioso piano di rilancio. Perciò, per cercare di vincere e guadagnare anche di più, sono costretti a partire. Sacrificare Lulic per Ogbonna o Astori sarebbe un errore marchiano, così come riscattare Candreva per poi cederlo. I migliori devono restare e, attorno a loro, creare una struttura tecnica in grado di lottare per le posizioni di vertice, non per il contentino del sesto posto. Può andar bene per una stagione o due però, alla lunga, l’anonimato finisce per mortificare entusiasmo, sogni e speranze del popolo laziale. I tifosi aspettano ancora di vedere rimpiazzato Hernanes, sulla cui cessione è sceso il silenzio. Almeno per il momento il progetto Lazio non si vede, nemmeno all’orizzonte.

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