Senza de Vrij la Champions, per la Lazio, diventa una strada in salita

Senza de Vrij la Champions, per la Lazio, diventa una strada in salita
di Alberto Abbate
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Lunedì 20 Aprile 2015, 06:31 - Ultimo aggiornamento: 11:10
Senza il ministro della difesa, Pioli non può governare allo Stadium: lo smaliziato Allegri fa un golpe in contropiede, lo punisce nei suoi unici punti deboli, col minimo sforzo. “Quest'anno il mister ci chiede di restare sempre e comunque alti”, spiega Cana dopo la partita. Quasi a volersi scrollare di dosso la sua parte della doppia figuraccia. Perché in fondo è qui tutta la differenza fra primo e secondo posto: Chiellini, Bonucci e Barzagli sono monumentali, nel momento del bisogno. Questa Lazio invece, senza de Vrij (non a caso 4 ko su 4), non regge dopo 17': Vidal anticipa Biglia (ancora dolorante per una gomitata alla testa di Marchisio) nella spizzata a centrocampo, la retroguardia biancoceleste è alta; tutti, tranne Mauricio, che tiene in gioco Tevez. Undici minuti più tardi, parte Bonucci, lanciato da Pirlo: né Cana (che però segue l'Apache) né il portoghese gli vanno incontro. Anzi si arrendono dai sedici metri. Manca una guida, che pure Pioli aveva consegnato sulle spalle di Mauricio alla vigilia, in mancanza di de Vrij. Niente, cambiando il numero del difensore, il risultato è un patatrac: la Lazio non aveva mai subito più di un gol nei primi tempi di questa stagione. Adesso ne incassa due, tanti quanto quelli presi nelle ultime otto partite precedenti.

I DUE STEFAN
L'importanza di chiamarsi Stefan. De Vrij non è un portafortuna, ma semplicemente il difensore più forte di una rosa che non può fare a meno di lui. Senza il numero 3, la Lazio in campionato sa solo perdere. Una sentenza, senza appello. Udinese e Napoli in casa, più Cesena e Juventus in trasferta: poker di sconfitte. Guarda caso, ora l'olandese è il giocatore con cui Pioli ha la miglior media punti: 2,14. Superati capitan Mauri (2,12) e Radu (2,1). Il tecnico, in realtà, a Torino ha rimpianto anche l'assenza del rumeno: fosse stato disponibile, forse l'avrebbe ritraslocato al centro. La speranza è di rivedere già col Chievo almeno uno Stefan in campo. E' una questione di ginocchia a piegare questa formazione, ma Radu è in piedi da giorni. Sabato sera, invece, de Vrij saltava di rabbia sul divano. Anche lui sta facendo una corsa contro il tempo: s'era fermato a fine primo tempo con l'Empoli, il dolore è diminuito parecchio, ma bisogna andarci cauti. L'olandese scalpita per rientrare subito, ma fra domani e dopodomani saranno nuovi responsi medici a dare il verdetto.

REGISTA ARRETRATO
Tempi accorciati: se non sarà domenica, de Vrij tornerà all'Olimpico col Parma. Prima di Bergamo. Perché Stefan non è solo un muro invalicabile in difesa, ma anche l'ultimo regista della retroguardia. Nessuna big ormai può farne a meno. Dietro Pirlo, la Juve ha Bonucci. Dietro Biglia, c'è solo de Vrij. E infatti a Torino è palese il gap nelle pochissime giocate difensive biancocelesti: leader dei disimpegni, Klose (2), senza il migliore a impostare da dietro in questo campionato. Il panzer costretto a ripiegare e a correre a perdifiato per tutto il campo.
Perdendo lucidità nell'unica vera chance (deviata da Bonucci) che avrebbe forse potuto riportare la Lazio al potere. A quei fantastici meno nove dalla vetta.