«È stata adottata una delibera che conferma la disponibilità della Lega ad aiutare il Parma a proseguire il campionato, i club presteranno delle risorse limitate, ma preferiamo non esprimerci sulla cifra». Questa la conclusione firmata dal presidente della Lega Serie A Maurizio Beretta al termine della giornata più convulsa nella storia recente del Parma, un doppio binario finanziario e giudiziario che oggi ha vissuto incroci pericolosi.
L'assemblea dei club di serie A, «riuniti prima delle condizioni necessarie» tiene a precisare Beretta, ha deliberato nell'assemblea di oggi nella sede della lega un piano di aiuti tutto da definire, con 16 voti a favore su un totale di 20, 3 club astenuti tra cui il Napoli, e il voto contrario del Cesena. Successivamente, è stato dato mandato al presidente Beretta di valutare con il Tribunale che si occupa del fallimento del Parma l'entità dell'intervento necessario, fino a un massimo di 5 milioni: su questo punto hanno votato si 15 club, no Juve, Cesena e Napoli, astenute Roma e Sassuolo. Il presidente Tavecchio, una volta incassato l'ok dall'assemblea, si è immediatamente recato a Parma, dove sta per incontrare il sindaco Pizzarotti e una delegazione dei giocatori.
Formula Parma. Nel piano di emergenza dedicato al Parma, la soluzione prospettata sarebbe quella di mettere a disposizione parte o tutto il "Fondo multe", cioè quello alimentato correntemente dalle ammende comminate dal Giudice sportivo ai Club durante la stagione. Da questo fondo sarebbero resi 5 milioni di euro, a patto che la squadra giochi la partita di domenica contro l'Atalanta e domenica 15 marzo con il Sassuolo. In sostanza resistendo in campo fino alla data del 19 marzo fissata per l'avvio del procedimento di fallimento e dunque la nomina del curatore fallimentare. A lui andrà il tesoretto proveniente dagli altri club di Serie A, aprendo però una lunga serie di discussioni sull'ammontare della cifra, se sufficiente o meno a garantire alla squadra l'arrivo a fine campionato coprendo le spese soltanto le spese tecniche o delle trasferte. A patto che nel suo ruolo ufficiale, il curatore fallimentare non sia piuttosto tenuto a saldare immediatamente debiti e ingiunzioni. Il piano di salvataggio, in sostanza , chiede l'accordo di fin troppe parti.
Il sistema calcio. Proprio Aurelio De Laurentiis, numero uno dei partenopei, ha poi stigmatizzato il voto e il senso della sua posizione critica durante il voto: «Il problema non è salvare o meno un club che è sull'orlo del fallimento. Il vero problema è come proteggere il calcio della massima serie. L'etica ora ci impone di verificare i criteri di iscrizione ai campionati».
Fronte giudiziario. Non a caso la seconda notizia che ha tenuto banco oggi, il secondo binario della crisi, è l'azione avviata dalla Guardia di Finanza, in vista dell'udienza pre-fallimentare relativa alle vicende del Parma Calcio.
Per ordine della Procura della Repubblica, le Fiamme Gialle oggi hanno acquisito e sequestrato documenti nella sede della società emiliana, ma anche della Figc, a Roma. In Federcalcio la Guardia di Finanza si è presentata nella prima mattinata, e subito (attorno alle 10) si è spostata da via Allegri in via Po, presso gli uffici della Covisoc, l'organismo di controllo economico sulle società. Fiamme Gialle in azione anche nella sede della Lega di Serie A a Milano, proprio durante lo svolgimento della riunione che vede raccolti tutti i presidenti di diciannove squadre della massima serie, tranne Manenti.