Calciopoli, Cassazione : «Prove inequivocabili delle pressioni di Lotito sugli arbitri»

Calciopoli, Cassazione : «Prove inequivocabili delle pressioni di Lotito sugli arbitri»
di Redazione Sport
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Mercoledì 9 Settembre 2015, 17:07 - Ultimo aggiornamento: 19:18
C'è una «congerie di telefonate compromettenti» e di «prove inequivocabili» delle «pressioni» esercitate dal patron della Lazio Claudio Lotito «sul mondo arbitrale in un contesto di lotte intestine per la nomina a Presidente della Figc tra l'uscente Franco Carraro e l'aspirante emergente Giancarlo Abete» per assicurarsi il «salvataggio» della Lazio dalla retrocessione nel campionato 2004-2005. Lo scrive la Cassazione nella sentenza su "Calciopoli" rilevando che l'allora vice della Figc, Innocenzo Mazzini, viene intercettato mentre assicura a Lotito che la sua «mediazione» era riuscita ad assicurare alla Lazio un occhio di favore da parte dei designatori arbitrali Bergamo e Pairetto.

«Così come avevano avuto esiti positivi interventi di persone estranee all'ambiente calcistico quali» Cosimo Maria Ferri - attuale sottosegretario alla giustizia - e l'ex presidente della Camera Gianfranco Fini. Si ricordano le «sviste arbitrali» in «favore della società romana» durante le partite Lazio-Chievo e Lazio-Parma.

Manovre pressorie
Ad avviso della Cassazione, il comportamento di Lotito - con le sue «manovre pressorie» - ben rappresenta un «fenomeno degenerativo» di «condotte idonee all'alterazione di una gara».
Per la Corte, «non è chi non veda, infatti, ai fini della rilevanza penale, l'assenza di sostanziali differenze tra la condotta di chi offre o dà denaro (o permette altri vantaggi) a soggetti appartenenti ad un'altra squadra per assicurarsi la vittoria o il vantaggio in classifica, e la condotta di chi persegua tali obiettivi attraverso manovre più subdole ma ugualmente destinate al raggiungimento di quello scopo». Anche per Lotito il processo si è concluso con la prescrizione, prima ancora di giungere in Cassazione, dei due episodi di frode sportiva per i quali era imputato.