Castan vede il rientro e la fine di un incubo: «Sabatini mi ha cambiato la vita, a Garcia devo tutto. La Roma? Sogno lo scudetto»

Castan vede il rientro e la fine di un incubo: «Sabatini mi ha cambiato la vita, a Garcia devo tutto. La Roma? Sogno lo scudetto»
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Venerdì 27 Marzo 2015, 19:51 - Ultimo aggiornamento: 28 Marzo, 09:56
Per Leandro Castan è conto alla rovescia. Un ritorno atteso e di cui il gicoatore parla alla televisione ufficiale della Roma accompagnando l'attesa con i ricordi e le tappe della sua storia.



Al Gremio

«E' stato un momento bello per la carriera. Questa è la squadra che mi ha portato in Brasile, ho un rapporto molto carino con la città perché è dove ho conosciuto mia moglie ed è iniziata un'altra vita per me.»



Copa Libertadores

«'E' una delle gioie più belle della mia vita, era un sogno giocare nel Corinthians e il sogno è diventato realtà. Ho fatto molto bene lì, uno dei momenti più felici della mia vita.»



Con Baldini all'arrivo a Roma

«Anche questo è stato un sogno, nel venire in Europa a giocare. Baldini parlava con me, Sabatini anche per convincermi tutti i giorni: li ringrazio, anche il presidente, per essersi fidati di me. Hanno realizzato il sogno di farmi giocare in Europa con una squadra come la Roma.»



Sabatini

«E' uno a cui voglio molto bene. E' quello che mi ha portato a Roma, mi è stato molto vicino. Ha cambiato la mia vita, a febbraio mandarono una persona in Brasile per parlare con me e io iniziai a parlare con il direttore al telefono per sentirmi direttamente: siamo stati in trattativa 3-4 mesi, io ero in scadenza e volevo andare alla Roma. Ha fatto di tutto per portarmi, si fidava di me e io ho visto in lui che davvero mi volevano: questo mi ha dato molta fiducia».



Pallotta «E' uno che fa di tutto per lasciarci tranquilli e felici. Non ci manca niente: è un altro a cui voglio molto bene, è una bravissima persona e sta facendo di tutto per rendere questa squadra una delle più grandi del mondo. E' cambiato molto in tre anni, lui è il responsabile principale di questi cambiamenti.»



Zeman «Non avevo un rapporto con lui, ero appena arrivato e non parlavo italiano e non capivo molto di ciò che diceva. L'ho sempre rispettato, io sono stato educato nel rispettare i miei allenatori e compagni: mi dispiace perché non abbiamo fatto bene.»



Marquinho e Lucca

«Marquinho è stato uno di quelli che mi ha aiutato di più. E' un campione, un esempio: sempre lo guardavo in allenamento. Lucca è giovane e tifo per la sua carriera: sono bei ricordi, sono miei amici a cui voglio molto bene. Sono arrivato a Roma già ad inizio stagione, ma io già mi allenavo e a dicembre ero molto stanco: il ritiro di Zeman era molto fisico. In Brasile facevamo più lavoro muscolare per non avere tanti infortuni, lì c'era molta corsa che non mi ha aiutato. Ero diventato magro.»



Marquinhos e Dodò

«Marquinhos è un top player, già si vedeva. Dodò è il mio fratello più piccolo, è uno che porto sempre con me: quando viene a Roma mi chiama, quando vado io a Milano lo chiamo io. Può contare sempre su di me.»



Il 26 maggio

«La finale di Coppa Italia è stata forse il momento più brutto della mia carriera. Volevo vincere tanto questa coppa ma è stata forse la mia peggior partita giocata. Mi dispiace tanto, è stata dura da digerire: penso che dopo questa sconfitta sia iniziata una nuova èra. La ricordo perché so che ci sarà una rivincita.»



Garcia

«Difficile dire qualcosa di lui, ha cambiato tutto anche per me. Quando è arrivato, dopo il primo anno con Zeman, avevo mancanza nel tornare in Brasile perché volevo tornare in nazionale. Devo ringraziarlo per avermi convinto a restare, mi ha fatto diventare grande qui a Roma e mi ha dato fiducia nel fare bene e tornare ai miei livelli. In questo momento difficile mi è stato molto vicino e lo ringrazierò per tutta la mia vita.»



La fede «Credo che Dio sia sempre accanto a me, dopo le partite lo ringrazio. E' una foto molto bella, ringrazio Dio in ogni momento della mia vita.»



La Nazionale del Brasile

«Sembra una cosa facile ma da dove sono arrivato, indossare questa maglia, è stato molto complicato: stare vicino a certi campioni è la determinazione di un sogno. Voglio tornarci. So che posso realizzare tante cose e sono sicuro che anche questo sarà una cosa per motivarmi ancora di più.»



Il professor Maira

«Il Professor Giulio Maira mi ha salvato, mi ha dato un'altra opportunità per vivere: è un fenomeno e lo ringrazio. Dovremo fare ancora un paio di visite ma lo ringrazierò per tutta la mia vita, avevo tanta paura e mi ha detto tante cose buone prima e dopo l'intervento. E' stato un fenomeno.»



Il sostegno della Curva Sud

«Bellissimo, ero allo stadio. Devo ringraziare tutti i tifosi della Curva che mi hanno dato questo sostegno e coraggio. Non sapevo che avevo tutto questo supporto, mi hanno aiutato tantissimo perché non è stato facile. Tutto questo affetto che mi hanno trasmesso mi ha dato una forza incredibile: li porto con me per tutta la mia vita.»



Strootman

«E' un amico, volevo vederlo sul campo: sta passando un momento difficile e siamo quasi sempre insieme in palestra. Voglio tornare in campo con lui. Merita non solo perché è un grande giocatore ma perché è un grande uomo.»



Il Ritorno

«Ho fatto il riscaldamento con il gruppo, sto tornando. Ho imparato una parola: "superare". Sto lottando contro il mio corpo, ma ho la mentalità giusta e ho compagni, amici, famiglia e tifosi giusti che stanno con me. Vincerò questa sfida, non è facile e non lo è stato: sto lottando molto, sono un lottatore e per arrivare a questa squadra, a questa maglia non è stato facile. Ora che sono qui, la voglia non manca: sono sicuro che tornerò, non so ancora quando ma lo farò più forte di prima.»



Aldair e Zago

«Fare la difesa a tre con questi due sarebbe stato facile. Due campioni, due vincitori. Voglio fare quello che hanno fatto loro, vincere lo Scudetto con la Roma: sono sicuro che ci riuscirò, non sto qui per passeggiare ma per vincere. Sono un esempio per me, mi basterebbe fare il 50% di quello che hanno fatto loro qua».