Lazio, il fenomeno Cataldi fa rumore:
anche Conte ha messo gli occhi su Danilo

Lazio, il fenomeno Cataldi fa rumore: anche Conte ha messo gli occhi su Danilo
di Alberto Abbate
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Venerdì 6 Marzo 2015, 05:44 - Ultimo aggiornamento: 19:38
Un salto dove il cielo è più blu, Cataldi più su. Vuole “fregarlo” a Di Biagio, Conte. Danilo è già pronto per l'Italia dei grandi. Un bisbiglio in tribuna, giovedì sera, fra i due ct vale più di una convocazione: «Questo è davvero forte». Col Napoli ecco addirittura l'incoronazione del “mostro” Tardelli. Son tutti pazzi di Danilo, l'ultimo romano-laziale con la tecnica d'Hernanes, il dinamismo dell'idolo Brocchi (vedi numero 32), i polmoni di Nedved e la luce di Veron. Paragoni ingombranti che Cataldi può reggere con questa personalità da vendere. Il repertorio è ricco quando il talento è raro. Molti a 20 anni si nascondono, il figlio della Primavera biancoceleste sboccia ormai su ogni palla: imposta, affonda il tackle, s'inserisce in un flash nello spazio. Così non arresta il sogno dei laziali d'aver trovato davvero un “nuovo Nesta”. E capitan futuro, di questa sponda.



LA CRESCITA

Vedi il Napoli e poi Danilo. Era evidentemente nel suo destino. L'esordio per nove minuti in A lo scorso 19 gennaio, l'altro ieri sera uno dei migliori in campo in Coppa Italia: «Ma io volevo vincere». Filosofia di chi è nato con la maglia Bandiera e crescerà ancora tanto con la Lazio. Stia attento l'eroe (del 26 maggio) Lulic, Cataldi sembra già un monumento a centrocampo. Ha esordito dall'inizio in questo girone d'andata, ha approfittato dell'infortunio di Senad, non è uscito più: 11 presenze su 11 e due assist.

Anche contro la Fiorentina ci sarà Cataldi, finché Pioli non li separi. Danilo ora vuole ritrovare la sua mattonella (in Primavera e a Crotone fenomenale su punizione) e centrare il gol sfiorato a Sassuolo: «Ci ho provato a farlo, piano piano arriverà anche questo. Il primo autogol lo abbiamo fatto e ce lo siamo levati (ride,ndr)». Già nessuno lo ricorda, perché – sono tutti certi – questo '94 (il terzo più piccolo della rosa) segnerà il futuro biancoceleste. C'è la spinta della Nord e un amore incondizionato e ricambiato. Altro che contratto sino al 2018, Cataldi promette di “Non mollare mai” questa maglia. Romantica apologia di lazialità.