«Il 60% della holding è di matrice cipriota - spiega il neo presidente -, il resto è dei russi, ha sede a Limassol, si occupa di estrazione petrolifera e ha un fatturato annuale di 2 miliardi di euro. Il presidente designato Pietro Doca si è spaventato per l’assalto mediatico, perciò ha lasciato. Inoltre io ero delegato per seguire l’affare per un’operazione non andata in porto».
L’impressione è che dietro ci sia comunque l’imprenditore albanese Rezart Taci, nonostante Doca si sia defilato. «L’obiettivo è la salvezza - aggiunge Giordano -, anche se non sarà facile. A febbraio o marzo la proprietà si presenterà, per ora rispettiamo il patto di riservatezza».
Giordano poi difende se stesso. «Non sono un fallito, non mi muovo solo grazie a papà. Il primo obiettivo è pagare l’iva». La tifoseria resta molto perplessa, perchè vorrebbe sapere chi sarà il nuovo proprietario, la holding acquisisce il 66% del pacchetto azionario.