C’è un significato dietro la vittoria (sofferta) del Napoli al Bentegodi, ossia che «San Gennaro» Gabbiadini, rinforzo offensivo di gennaio, mancino tutto pepe, porta avanti l’idea tracciata sette giorni fa dal totem Higuain: «Andiamo a prendere la Roma». Il successo per 2-1 sul Chievo serve ad alimentare quel progetto lì: dal -6 di domenica scorsa al -4 di oggi, 39 punti contro i 43 di quei giallorossi che, stoppati dall’Empoli, vedono adesso Mertens e compagni nello specchietto retrovisore. Vittoria meritata? Mettiamola così: ci stava anche il pareggio, in questa partita intensa come solo certe sfide tra big e provinciali. La big è un Napoli dal grande atletismo (tradotto in velocità) che somiglia a una scatola di fiammiferi, ogni tanto Benitez ne trova qualcuno che s’accende, però va detto che non si dovrebbe vivere sempre di sole fiammate.
La provinciale è un Chievo che ricalca la tigna del suo allenatore, Maran, trentino tutto d’un pezzo che crede ciecamente in un 4-4-2 dove i dieci gialloblù sono sempre lì ad aggredire la palla, e dove anche operai come Hetemaj sanno spiccare. Il conto delle occasioni è presto detto: ne hanno avute di più gli scaligeri, soprattutto nel primo tempo, con un Pellissier ringiovanito e sempre punzecchiante, ma il problema del Chievo è sempre quello di avere il peggior attacco del torneo. Mentre il Napoli, talvolta, è parso bearsi del suo maggior lignaggio, aspettando sornione il momento buono per verticalizzare in profondità e rischiando troppo in difesa. Tra le cose belle: l’assist di Higuain sul vantaggio azzurro. Tra le brutte: l’erroraccio di De Guzman, da pochi passi, sul 2-1 (simbolo di un Napoli che non la chiude). A Benitez, alla fin fine, importava soprattutto vincere. Adesso è più vicino alla Roma e al secondo posto. Mentre Gabbiadini (su cui Bizzarri, quando si era ancora in parità, compie un miracolo) è un po’ più vicino alla miglior immagine di se stesso. E per Rafa è la seconda bella notizia di giornata.
LA CRONACA