Dai calendari al futuro di Conte, la nuova
stagione al via con tanti interrogativi

Dai calendari al futuro di Conte, la nuova stagione al via con tanti interrogativi
di Mimmo Ferretti
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Martedì 30 Giugno 2015, 06:42 - Ultimo aggiornamento: 10:18
Domani primo luglio comincerà ufficialmente la stagione 2015-16 del calcio. Un nuovo anno che, come al solito, in Italia sarà vissuto a mille all'ora e pericolosamente, e che già oggi si annuncia carico di punti interrogativi, sia sui campi che (soprattutto) fuori. Si (ri)parte e, ad esempio, ci sono pochissime certezze sul futuro della Serie B, straziata dal caso Catania. Il pm Palazzi, si sa, da una vita non può godersi un'estate di relax, ma stavolta il suo lavoro appare ancor più pesante, visto che sul suo tavolo ci sono fascicoli che riguardano anche pezzi da novanta della federazione. Una Figc che, per alcuni versi, appare una barchetta in balìa delle onde, sulla quale il più furbo si agita, comanda e riesce a salvarsi.

Sarà l'anno del debutto della Goal line technology. Forse. La Lega, del resto, aveva annunciato la “prima” in occasione della finale di Coppa Italia tra Lazio e Juventus ma non se ne è fatto niente. Tutto pronto, adesso, negli stadi di Serie A? Chissà. Eppure Carlo Tavecchio, il presidente della Figc, lo scorso 14 gennaio ha parlato di un “utilizzo ineludibile” del mezzo televisivo per valutare se la palla è dentro o fuori dalla porta. L'inizio del campionato è fissato (causa anticipi) per sabato 22 agosto, quindi per le società (che si devono far carico delle spese) c'è ancora tempo per lavorare e sistemare. E sarebbe davvero triste se la novità “epocale” dovesse subire l'ennesimo rinvio. Intanto - forse per vedere e valutare meglio - è stato stabilito che il pallone sarà rosa, tendente al fucsia.

Parte la stagione che si concluderà con gli Europei, in programma in Francia dal 10 giugno al 10 luglio del prossimo anno. Un appuntamento sul quale l'Italia (vicina alla qualificazione) punta forte per rilanciarsi e che, comunque andranno le cose, segnerà la fine del rapporto tra Figc e il ct Antonio Conte, blindato fino alla scadenza del torneo (ufficialmente fino al 31 luglio 2016). Un'Italia che segna con il contagocce, che non ha né grossi attaccanti né talenti da grande calcio ma che, sorretta dalla personalità del suo tecnico, non ha alcuna intenzione di abbassare la testa contro chiunque. Basterà? Mah.

Si (ri)comincia con la Juventus campione d'Italia e vice campione d'Europa. I bianconeri, ad oggi, appaiono ancora i più forti entro i confini nazionali, anche se andrà verificato sul campo quanto peseranno le partenze di Tevez e Pirlo (aspettando quella di Vidal o di Pogba?) e quanto potranno portare alla causa di Max Allegri gli innesti di Dybala, Mandzukic e Khedira. Una cosa appare sicura: sarà, tatticamente, una Juventus diversa da quella vista fino a poche settimane fa, perché Allegri ha in mente nuove soluzioni di gioco per sfruttare al meglio chi è arrivato, gente con caratteristiche differenti da chi è andato via. Alle spalle della Juve si stanno agitando, e parecchio, le due milanesi. Dopo anni di (vecchie) figurine, il Milan ha messo in panchina un allenatore vero, Mihajlovic, che ha una statura nettamente superiore a quella degli yesmen, anzi yessilvio Leonardo, Seedorf e Pippo Inzaghi. L'Inter sta comprando molto, ma molto dovrà vendere: Mancini, però, rappresenta una garanzia, non soltanto sul fronte mercato. Facile ipotizzare, tutto sommato, che la città di Milano non continuerà a fare la figura di attrice non protagonista. Il Napoli “provinciale” del provinciale Sarri è un punto interrogativo grosso come lo spessore del suo nuovo allenatore, all'esordio in una piazza leggermente più ampia di Empoli. I destini di Roma e Lazio sembrano ancorati ad un mercato ancora in fase embrionale, con la ricerca comune di gente da gol. E già oggi c'è enorme curiosità per vedere come si comporteranno due realtà all'esordio assoluto nel massimo campionato, Frosinone e Carpi. Il mercato chiuderà i battenti soltanto il 31 agosto, cioè tra due mesi e in 60 giorni tante cose possono accadere. Intanto, è stato calcolato che il nostro calcio ha già speso 266 milioni di euro in affari di valenza più o meno accertata. Eppure sembra che nulla o quasi è stato ancora fatto.