De Rossi: « Roma e Juve sono le più forti,
ce la giocheremo sino alla fine»

De Rossi: « Roma e Juve sono le più forti, ce la giocheremo sino alla fine»
di Alessandro Angeloni
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Mercoledì 29 Ottobre 2014, 22:58 - Ultimo aggiornamento: 30 Ottobre, 19:22
Una vita da mediano? Ormai sarebbe un lusso poterlo dire. Altro che mediano, la vita di Daniele De Rossi ormai è da difensore, se non puro, poco ci manca. Gioca al di qua della metà campo, quasi mai al di là. Una sorta di mutazione genetica, della testa e del corpo. L'ultima rete, non a caso, il romanista l'ha segnata più di un anno fa (esclusa quella in Nazionale, amichevole con Olanda, gol su rigore lo scorso settembre), era il 25 agosto, si giocava a Livorno, era la prima di Garcia sulla panchina della Roma.



Sabatini scuoteva la testa e si metteva le mani nei capelli, i soldi dello United se ne stavano andando, lui aveva deciso di restare, a dispetto dei santi, sfidando se stesso e una piazza che gli aveva cominciato a fare la guerra. Solo un gol nella passata stagione, ma la sua è stata comunque un'annata di livello, lui alla guida della sua Roma.



Daniele è tornato a segnare dopo 36 partite, un'eternità. Ora è il nono giocatore della rosa giallorossa ad aver timbrato il cartellino in gare di questo campionato, nessuna squadra ha fatto meglio. La prestazione è stata così e così, questo lo sa anche lui, che attende il risveglio di una condizione fisica migliore, svanita dopo l'infortunio al polpaccio (Roma-Cagliari) che gli aveva strozzato il grande avvio di campionato.



De Rossi lascia il campo prima della fine della partita con il Cesena, appena dopo la rete, e si prende l'applauso della sua gente, poi aspetta in panchina il fischio di Tommasi. Si gode, insieme con gli altri compagni, il boato dell'Olimpico che annuncia il gol di Antonini da Genova, che consente alla Roma di agganciare la Juve in testa alla classifica. Daniele esulta e non può che sorridere.



«La stagione sarà un’altalena, è dura giocare a Genova, lo è stato anche per noi con la Sampdoria. La mettono sull’aggressività ed è sempre molto difficile. Noi e la Juve siamo le squadre più forti e credo che ce la giocheremo fino alla fine», la speranza del centrocampista della Roma. Che per adesso si accontenta dei tre punti presi al Cesena, ma non si esalta per il gioco espresso dalla squadra.



«Penso che non abbiamo fatto una grandissima partita rispetto ad altre in cui avevamo stordito l’avversario. Loro non sono mai stati pericolosi a parte il colpo di testa nel finale ma forse abbiamo fatto qualche errore di troppo. La fatica la soffrono tutti, anche la Juve. Il gol? Fa sempre piacere, non è il mio primo obiettivo in campo, visto che gioco a sessanta metri dalla porta.



Purtroppo quando c’è bisogno di attaccarmi si riapre il discorso sulle mie reti...», e infatti era appena ricominciata la rumba, subito sepolta.



Sabato c'è u'altra partita importante, per tanti pericolosa: al San Paolo contro il Napoli. «Se me la sento di mandare un messaggio distensivo? Sono mesi che lanciamo messaggi distensivi, quella sfida ha esasperato i toni. Sarà una partita maschia e la rivalità è aumentata dopo quanto successo nella finale di Coppa Italia. Se vogliamo essere pratici però noi calciatori non c’entriamo niente e neanche i tifosi. Speriamo sia una bella partita e che si possano abbassare i toni, perché non c’è motivo per tutto questo odio».