SCUSATE IL RITARDO
A San Siro vuole esserci, lo vuole Garcia e a questo punto lo sperano in tanti. Oggi si saprà se questo dolorino sta scomparendo o meno. Ha svolto, ieri, un lavoro differenziato, in mattinata dovremmo vederlo in campo insieme con gli altri. Ci tiene, tutti lo aspettano, perché finalmente la Roma ha trovato uno in grado di riempire l'aria, di essere padrone del giardino. San Siro è uno stadio dove forse, Doumbia, ha vissuto il momento più basso del suo arrivo nella capitale. Due settimane fa, un tifoso (o pseudo tale, per dirla alla Garcia) lo ha filmato mentre effettuava un riscaldamento, che poi non era un riscaldamento. Ci sono state le difese della società, la forte presa di posizione dell'allenatore e il caso è rimasto lì. Non era ancora il Doumbia dirompente delle ultime due partite, era ancora un corpo estraneo. Uno che faticava a stoppare un pallone. I gol li ha sempre fatti, la Roma lo ha preso per quello. Resta, al di là di quello che può essere ora e quello che sarà in futuro, un acquisto sbagliato, perché quando c'era bisogno di lui, lui era a riatletizzarsi. Gennaio. Non giugno o luglio. Oggi le cifre, gol a parte, sono comunque modeste: presenze 9, 4 da titolare, è subentrato 5 volte senza mai lasciare traccia, ha segnato 2 gol, tirando sei volte, due dei quali in porta (i due gol, appunto), 1 volta furi e ben 3 sono stati respinti, è finito 5 volte in fuorigioco, ha vinto 3 tackles, ha commesso 7 falli e 7 ne ha subiti, ha perso 6 palloni, 8 volte ha controllato male la palla (ridandola agli avversari) 8 volte, contrasti aerei persi 9, vinti 1, passaggi corti riusciti 43, non riusciti 17, ha vinto 8 dribbling e ne ha persi 4. Ma sono quei due gol che ti mandano in paradiso. Il resto non esiste.
Alessandro Angeloni
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