L'ESPLOSIONE
Travolto dalle attenzioni di mezzo mondo nel ritiro dell'Under 23. No, io magno Felipe. E pensare che, di questi tempi, l'anno scorso Reja lo lasciava a digiuno in panchina: «Mi aspettavo di esplodere prima, la stagione passata non ho avuto modo di incidere perché ho giocato poche partite. Quest'anno ho iniziato con un piglio diverso, sono voluto rimanere a tutti i costi. Ho rifiutato i prestiti (persino al Napoli, ndr) e deciso che era giunta l'ora di far vedere chi è davvero Felipe Anderson. Grazie a Dio sono diventato titolare, ho lavorato duramente e adesso sto raccogliendo i frutti. Ho appena 22 anni, devo crescere e far vedere ancora di più le mie doti». Dieci gol e otto assist nelle ultime 11 giornate, il 31,4% dei gol biancocelesti (quasi uno su tre) passa dalle sue magie. Che altro deve fare questo giovanotto per prendersi la Selecao? «Ho sperato nella chiamata di Dunga ma sono sereno e contento di far parte della spedizione olimpica. E presto arriverà la nazionale maggiore». In Brasile continuano a insistere sulla percentuale (25% e 3%) che spetterebbe al Santos in caso di futura cessione biancoceleste.
L'ALLARME
La Lazio non solo smentisce, ora non si pone proprio il problema: «Forse potrei pensarci, a venderlo, a fine stagione per 100 milioni», continua a bofonchiare Lotito. Che si gode la sua Lazio più prolifica di sempre: 51 gol, secondo attacco a quattro centri dalla Juve, come nel 2000-2001 alla 28esima giornata. E appena una rete subita nelle ultime sei gare, con un solo neo in difesa in vista del Cagliari: tutti diffidati, Basta, de Vrij, Mauricio e Radu. Allarme rientrato per il rumeno, solo un polso slogato per Ciani, prosegue invece il calvario dello sfortunato Gentiletti, appena rientrato: stiramento di primo grado al muscolo della coscia sinistra, nuovo stop e riabilitazione rallentata. Sorride invece, Djordjevic, doppia buona notizia ieri: è finalmente papà di Noel e può tornare a correre. Esito positivo dall'ultimo controllo, magari al derby anche Filip sarà in rete.