Roma, Garcia: «Siamo in corsa per tutto,
io gioco sempre per vincere»

Roma, Garcia: «Siamo in corsa per tutto, io gioco sempre per vincere»
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Sabato 15 Novembre 2014, 15:17 - Ultimo aggiornamento: 19:06
L’allenatore della Roma, Rudi Garcia, ha rilasciato un’intervista esclusiva al canale tematico della società giallorossa.



Queste le sue parole: «La Roma è in corsa per tutto, siamo secondi in campionato e diciamo anche che ho cancellato in parte la gara con la Juve che rimane la favorita. Siamo sulla strada giusta, può essere la ciliegina sulla torta il fatto che possiamo qualificarci in Champions»



Se lo aspettava. «Quattro prime giornate ed eravamo contro due volte con il Bayern e una col City in casa loro: non me lo aspettavo»



Cosa ha funzionato bene e cosa meno?

«Il gioco è sempre lo stesso, ci appoggiamo su questa cosa. Forse c’è solo un rimpianto: non essere entrati bene a Napoli, nel secondo tempo abbiamo fatto la nostra paritta. A parte il primo tempo con il Napoli non ho nessun rimpianto. Nemmeno contro il Monaco in casa, abbiamo fatto il nostro gioco rischiando anche di pareggiare con Gervinho. Dobbiamo crescere sul piano mentale, è possibile fare qualcosa in Champions ma l’obiettivo tanto alto è superare il girone. Uscendo dalla quarta urna avevamo un girone di ferro»



L’ambizione fa parte della sua storia?

Sì in Francia veniva visto come un difetto ma io gioco per vincere»



Cosa ha pensato quando Sabatini le ha detto che non sarebbe stato l’allenatore della Roma?

Walter è una persona speciale, intelligente e intuitivo e anche io lo sono. Subito ho detto a Massara che faceva il tradutore che ci siamo capiti. Quando mi ha detto questa cosa ho sentito che la porta era aperta. Mi piacciono le sfide e la Roma era una bella sfida»



Le piacciono le persone che vengono dal basso

S’ crescere con volontà, speranza e passione: si può riuscire a trovare la strada giusta con ambiazione. Abbiamo sempre bisogno di altre persone, a me hanno aiutato facendo la scelta di prendermi. Non bisogna mai scordarsi da dove arriviamo»



Ha visto in Pallotta sensibilità?

Il presidente è così, si prende cura dell’altro. È una persona abbordabile anche se è il presidente. Mi è piaciuto andare a New York e vedere anche la sua squadra che è molto aperta. Si vedeva che sono tutti amici con la passione di rendere la Roma al livello più alto possibile»



Della sua Roma mi piace il possesso palla, l’equilibrio e il ripartire molto forte

Bisogna avere giocatori che danno segnali nel pressing. Inizia Gervinhop ad esempio poi arrivano tutti. E’ molto difficle per l’avversario uscire in maniera tranquillo. In 2-3 passaggi è possibile andare subito in porta. La cosa interessante è che Manolas, Ashley lo hanno capito subito. Quando attacchiamo non voglio che aspettano indietro aspettando il contropiede avversario»



Nascono anche i gol così

Quando recuperiamo la palla a 35 metri dalla porta avversaria possiamo andare subito in porta»



Il possesso palla

Il possesso palla è fatto per trovare spazi per attaccare. Magari bosogna allargare il gioco ma bisogna avere giocatori vicini per palleggiare e trovare spazi per attaccare. Gli inserimenti sono importanti per fare in modo che l’attaccante resti su. Cerchiamo spazi finchè non li troviamo. Quando siamo tutti in campo avversario perchè tornare indietro per difendere?»



Trovare l’uomo tra le linee

I tre attaccanti al centro di gioco e così è difficile per la difesa avversaria»



Il possesso palla stanca l’avversario?

E’ su quello che giochiamo, nel primo tempo l’avversario corre ma poi c’è anche stanchezza mentale, è difficile correre per la palla»



L’equilibrio?

E’ importante, gli attaccanti sanno che per me non importa chi è a destra o a sinistra. Chi è sulle fasce deve aiutare poi abbiamo anche la capacità di andare velocemente in avanti»



La squadra non regala spazi?

Dobbiamo farlo meglio. Ci abbiamo lavorato anche per Monaco, i ragazzi hano capito che bisogna mettere densità difensiva»



Sapete rubare palla e ripartire

Questo è un vantaggio nostro con giocatori veloci come Gervinho e Iturbe. E’ una possibilità per andare avanti veloce e lo abbiamo fatto anche lo scorso anno: a Milano contro l’Inter. Passaggio di Totti per Kevin che fa ripartire l’azione»



Gervinho?

Lui non segna tanti gol ma fa tanti assist e soprattutto anche il penultimo passaggio. 3 volte su 4 sta nelle azioni dei gol»



Il calcio totale

Possiamo avere campioni e giocatori bravi ma la relazioni tra loro è fondamentale»



Il Lille giocava anche 4-2-3-1?

Sì, anche con la Roma quando dobbiamo mettere in difficoltà l’avversario con Pjanic a centrocmapo è facile cambiare modulo»



Il punto fermo è la linea a 4 in difesa?

Sì, in passato ho anche usato la difesa a 3. Era un tempo che pensavo che quando sei in vantaggio mettere in difesa un giocatore in iù da sicurezza ma non è così: fare così dai la possibilità all’attacco avversario di tenere palla. Adesso preferisco pressare non rischiando il pareggio avversario»



Un giorno le piacerebbe allenare la Francia?

E’ un altro mestiere, ho avuto la possibilità di sentire i ct: vai a vedere le paritte ogni settimana senza avere tutto il tempo la rosa. Per il momento no, forse un giorno quando dovrò riprendere fiato, un anno senza allenare fare il ct può essere una buona cosa sul piano energetico per vivere con meno pressione»



Ha mai fatto discorsi alla Al Pacino?

Nel corso della stagione servono, bisogna sapere cosa dire e in che momento. Ci sono passate cose importanti, sia lo scorso che questo anno. Poi a volte bisogna dire all’esterno, e quest’anno sono state cose importanti dette in un determinato momento»



I tifosi?

E’ una domanda di attualità. Sono andato in settimana a Tor Vergata e l’accoglienza mi ha caricato facendomi riflettere su questa cosa: parliamo di ambiente Roma come un fantasma, se sono cani o gatti, il vero ambiente è quello che ho trovato a Tor Vergata con tutti quei tifosi. Credono nella squadra e ci danno la carica. Dopo le paritte con il Bayern, in tutte le paritte all’Olimpico e fuori casa, abbiamo il piacere di avere una tifoseria unica. Già l’ho detto alla squadra: dobbiamo festeggiare qualcosa con i tifosi, speriamo già da quest’anno»



La frase del libro: “In nome di mio padre”?

Mi serve, mi da carica. So che vede le cose dall’ato e mi da soddisfazione sul fatto che ogni giorno do il meglio anche per lui»