Garcia non ha ancora la sua Roma

Garcia non ha ancora la sua Roma
di Ugo Trani
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Lunedì 27 Luglio 2015, 05:40 - Ultimo aggiornamento: 09:04
ROMA Il campionato ormai è vicinissimo. Mancano 27 giorni al via, eppur la Roma non si muove. Anzi, per la verità Sabatini è sempre in viaggio. Ma i rinforzi, cioè i titolari per la nuova stagione, ancora devono sbarcare nella capitale. Il ritardo è evidente. Non per la gente, perché la tifoseria sarà contenta in ogni caso quando li vedrà vestiti di giallorosso e non fa niente se si presenteranno solo al fotofinish. E' Garcia che ormai aspetta (e spera) da fine maggio e non può allenare (e provare) la squadra che dovrà sfidare la Juve per lo scudetto.
INNESTI OBBLIGATORI
Fare i paragoni con le altre possibili candidate al titolo è al momento esercizio inutile. Non è questo il punto. Non serve a niente stare a guardare chi ha speso di più, chi lo ha fatto meglio e chi ha accolto più giocatori. Bisogna pensare ad altro. A scegliere bene, senza ripetere gli errori fatti nell'ultima stagione, in estate e in inverno. E intervenire nei ruoli scoperti. Dove la Roma non si può permettere passi falsi. La priorità, nel sistema di gioco di Garcia (4-3-3 o 4-2-3-1 cambia poco), resta il centravanti. Dzeko ha detto sì da un pezzo, ma ora va portato a Trigoria. Perché il bosniaco non è Totti, le caratteristiche tra i due sono differenti (il capitano indicò il neo interista Jovetic come suo simile), e un minimo di addestramento, per iniziare la conoscenza con i nuovi compagni, bisogna concederlo all'ultimo arrivato e, perché no?, al resto del gruppo. Nessuno mette in dubbio che la trattativa con il City sia complicata. Questione di prezzo (l'investimento totale, tirando dentro anche l'ingaggio dell'attaccante, supera i 70 milioni) e di interlocutore (Mansour di solito non fa sconti). Adesso, però, è il caso di forzare i tempi perché la rosa va completata e questo lo sanno bene il presidente Pallotta e i suoi collaboratori. La prima punta è il rinforzo più atteso e al tempo stesso più urgente. Non l'unico. Perché Garcia avrà bisogno di altro. Almeno un terzino sinistro titolare e, se possibile, anche di uno destro. Spesso si tralascia l'importanza, proprio per l'idea di calcio del tecnico francese, dei due esterni bassi. Lì dietro, sui lati, l'assetto ha bisogno di due nuovi innesti. Non qualsiasi. Due che possano dare garanzie. Affidabili.
NIENTE ALIBI
Sono, insomma, poche le facce nuove. Appena 2, per ora: il jolly offensivo Iago Falque, entrato nella trattativa per il riscatto momentaneo di Bertolacci, e da questa settimana il portiere Szczesny. Entrambi faranno di tutto per avere spazio. Ma, in partenza, sono stati inseriti nell'organico come riserve. L'unico che verrà qui con la garanzia (o quasi) del posto è Salah. Che, vale la pena ricordarlo, troverà la concorrenza di altri 6 esterni d'attacco: Gervinho, Ljajic, Florenzi, Iturbe, Ibarbo e lo stesso Falque. Solo i primi 2 sono in bilico (Sabatini li sta proponendo in giro per il mondo da un paio di mesi). L'egiziano, insomma, rappresenta l'optional di lusso per migliorare il reparto offensivo. L'assenza di calciatori nei ruoli chiave, invece, sta in parte condizionando il lavoro di Garcia durante questo periodo di esercitazioni e test. Il mercato chiude tra più di un mese (35 giorni), ritardare ulteriormente la definizione di certe operazioni significa concedere attenuanti all'allenatore proprio in una stagione in cui la Roma vuole partire forte (la preparazione atletica è stata basata sulla velocità e non sul fondo). Ecco perché Sabatini è chiamato ad accelerare. Soprattutto per il centravanti e per i terzini. Per i 3 titolari che mancano all'appello. Per gli aggiustamenti, poi il ds avrà tempo fino al 31 agosto. Pure per sfoltire la rosa, come ha chiesto la proprietà.