I conti in casa Lazio non tornano
troppi 34 calciatori nella rosa di Pioli

I conti in casa Lazio non tornano troppi 34 calciatori nella rosa di Pioli
di Alberto Abbate
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Mercoledì 3 Settembre 2014, 00:42 - Ultimo aggiornamento: 4 Settembre, 17:20
Pistola alle tempie, uno sparo in un tweet: Sono disgustato. Non il commento di uno dei tanti tifosi, delusi per aver atteso invano una sorpresa finale sul mercato, ma di un giocatore rimasto “intrappolato” nella Lazio. E' ai margini del progetto, Ciani si sfoga per non essere stato ceduto. E' una delle spine di questa rosa ingombrante di Pioli: 30 giocatori, 34 tesserati (considerati gli ex Primavera Antic, Di Mario, Falasca e Vilkaitis), ora è il momento delle “scelte tecniche”. Sempre caro fu alla Lazio quest'ermo (o quasi) tema dei “fuori rosa”: «Valuteremo con l'allenatore, tutti lavoreranno in modo sereno», assicura il ds Tare. Pioli aveva chiesto di poter allenare al massimo 25-26 uomini per due competizioni (campionato e Coppa Italia). Comincino a tremare Ciani, Cavanda, e Sculli. Rischiano d'allenarsi con la squadra, ma di non partecipare a nessuna partitella o schema tattico anche Pereirinha, Ederson e persino Gonzalez. Imbarazzante la vicenda del “Tata”: tutto fatto col Parma in extremis, ma il fax biancoceleste arrivava oltre il gong di fine mercato. Ennesimo disguido di linee telefoniche alla stanza biancoceleste 642 dell'Atahotel. Tare faccia un reclamo o ha il carbone bagnato: «Alvaro non ha trovato l'accordo col Parma». Chiedete al ds Leonardi.





8 MILIONI A VUOTO

Ci risiamo. E' un errore "diabolico" il mancato sfoltimento. Piangono le casse della Lazio, scontenti tutti, tranne Lotito e Tare: «Siamo soddisfatti», assicura il ds. Per fortuna, grazie alla battaglia del presidente biancoceleste - due anni fa - sul nuovo contratto collettivo dei calciatori, non ci saranno grossi rischi cause (stile Pandev) sul nodo dei “fuori rosa”. Cavanda, prima della firma del rinnovo, c'aveva fatto già l'abitudine: Lotito non lo ha voluto cedere in prestito al Verona, meglio tenerlo in “naftalina” a Formello. Insieme a Ciani, in scadenza 2015, che ormai contrattualmente vale nulla. Forse era meglio “svenderli”. Da qui a giugno gli “esuberi” costeranno quasi 8 milioni lordi di stipendio (quanto l'acquisto sfumato d'Astori), inutili al progetto “verde”. Che, intasato da questo sovraffollamento, rischia persino di penalizzare il decollo di giovani come Cataldi, per esempio, a centrocampo.



NODO RINNOVI

I tifosi tornano, i conti no: quasi trentuno milioni spesi (considerati i 5,5 da versare obbligatoriamente all'Udinese a giugno per Basta), zero incassati. Stavolta non vince nemmeno il bilancio, ma almeno in entrata – aspettando Gentiletti - s'ammira un mercato intelligente rispetto all'anno passato. «E non è stato venduto nessun big», sottolinea Tare. Che però ora, con Lotito, dovrà sedersi a tavolino con Candreva e rianimare – con 2 milioni - il morale di chi s'è sentito incatenare a Roma la sua voglia Champions. Dita incrociate per Antonio per scongiurare nuovi ribaltoni a gennaio e per lo stesso Onazi. Il nigeriano già da qualche giorno con la pettorina gialla degli “epurati”: era appena rientrato da un infortunio, ci si augura non possa incidere l'accordo – ancora da trovare – sul prolungamento sino al 2019. Klose si auto-castiga, dopo la prova-fantasma di San Siro: ieri correva da solo a Formello.
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