Juventus-Napoli 3-1: Sturaro e Buffon non fanno sconti a Benitez

Juventus-Napoli 3-1: Sturaro e Buffon non fanno sconti a Benitez
di Luca Pasquaretta
2 Minuti di Lettura
Sabato 23 Maggio 2015, 10:10 - Ultimo aggiornamento: 24 Maggio, 10:20

Ancora affamati nonostante non contasse nulla. Ha vinto di nuovo la Juventus. Napoli battuto 3-1 e Juventus Stadium ancora immacolato in questa stagione di serie A: nelle ultime 47 partite, 44 successi e 3 pareggi. Nell’ordine di Pereyra (inserimento letale), David Lopez (ribattuta sul rigore generoso sbagliato da Insigne), Sturaro (pazzesca la rete) e Pepe (dal dischetto, non segnava da 3 anni e un mese) i gol che hanno deciso una sfida che serviva come il pane al Napoli, a caccia di un posto in Champions per la prossima stagione.

E’ stata partita tosta, dura. Senza esclusione di colpi. Non c’è festa che tenga. Britos nel finale ha perso la testa e con una testata ha messo al tappeto Morata, prendendosi il rosso. E’ stato il colpo di grazia per la squadra di Benitez (ai titoli di coda) che a parte una decina di minuti nella ripresa non ha mai dato la sensazione di poter uscire dallo Juventus Stadium con il bottino pieno. Farà discutere la sostituzione di Higuain, rimasto negli spogliatoi nell’intervallo. La Roma ringrazia, perché con questo risultato è già matematicamente seconda o terza, dipenderà da quello che accadrà nel derby capitolino. Insomma 90 minuti di battaglia che ha fatto da cornice alla festa, con innumerevoli sfaccettature. Celebrazioni e lacrime. Giro di campo con la «decima» Coppa Italia prima del fischio d’inizio. Colorata e spettacolare la coreografia dello Stadium. Bandierine tricolore, entusiasmo. Struggente poi il ricordo della tragedia dell’Heysel: da brividi quel «+39 rispetto» in curva sud. Tanto per non dimenticare. Al triplice fischio ancora festa. Consegna della coppa dello scudetto, la quarta consecutiva, alzata al cielo da Buffon. Da queste parti la pancia non è ancora piena. E adesso sotto con Berlino e con la finale di Champions, l’ultimo passo verso la leggenda.

LA CRONACA