Keita a tutto campo: «La Roma che gruppo!
Totti è incredibile, Garcia come Guardiola»

Keita a tutto campo: «La Roma che gruppo! Totti è incredibile, Garcia come Guardiola»
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Venerdì 19 Dicembre 2014, 20:29 - Ultimo aggiornamento: 20:37
Centrocampista e protagonista Seydou Keita, che si racconta in una lunga intervista registrata per la trasmissione “I signori del calcio”, in onda domani su Sky Sport 1 HD alle ore 19.15. Totti, la Roma, il ruolo di Garcia e le ambizioni di giocare ad alto livello in un giocatore entusiasta dei colori giallorossi.



La forza del Gruppo alla Roma «Qui a Roma ho trovato un ottimo gruppo, ho notato diversi dettagli che lo rendono diverso, non direi migliore, ma differente rispetto a quelli delle altre squadre in cui ho giocato. Ho trovato ragazzi molto rilassati. Abbiamo un gruppo su WhatsApp che usiamo per comunicare fra di noi, per esempio se qualcuno non ricorda a che ora inizia l’allenamento, scrive un messaggio e riceve subito una risposta. Sono piccoli dettagli ma molto importanti. C’è davvero una bella atmosfera, ma poi in fin dei conti il calcio è sempre uguale, bisogna lottare per vincere e raggiungere i risultati, che determinano la serenità del gruppo. Vincere per me è fondamentale, i risultati sono la base su cui costruire un gruppo unito».



Il peso di Garcia «Conosco Garcia da poco tempo, da quando sono arrivato a Roma. È un allenatore molto intelligente e molto diretto con i giocatori, quando c’è un problema non esita a parlarne subito con noi. E’ molto interessato anche ai nostri sentimenti e alle nostre opinioni, non si pone come un capo che impartisce ordini, e questo è molto importante. Credo sia positivo interagire con i giocatori che hanno più esperienza, parlare con loro per conoscerne le sensazioni. Sia io che tutti i miei compagni vogliamo giocare bene a calcio e questo è anche l’obiettivo di Garcia. Ho giocato in tante squadre, è difficile paragonarlo con gli altri allenatori che ho avuto. Sicuramente ha le qualità giuste per essere allo stesso livello di Guardiola, Juande Ramos, che mi ha allenato al Siviglia, o Pizzi, con cui ho lavorato al Valencia. Garcia è molto bravo e, soprattutto, e un allenatore davvero intelligente«.



A Valencia la chiamata di Rudi «Prima di venire a Roma giocavo in una squadra importante in Spagna, il Valencia, che non è stato facile lasciare: i miei compagni, i tifosi e la società volevano che restassi, ma il mio obiettivo era continuare ad alti livelli, per esempio giocando ancora la Champions. Garcia mi ha cercato telefonandomi varie volte, a marzo, se non mi sbaglio, ma la decisione per me non è stata facile perché giocavo in una grande squadra che mi piaceva molto. Ho impiegato un po’ di tempo a decidere, alla fine ho accettato di venire a Roma dopo aver parlato con Garcia e avevo capito che mi voleva fortemente».



Incredibile Totti «Per essere come Totti a 38 anni non basta avere la testa, bisogna essere professionisti seri. Tutti conoscono le sue qualità, non devo commentarle io, ma quello che mi colpisce di Francesco è il suo stato di forma. Che richiede tanta serietà. Io ho 34 anni e non sono sicuro di voler giocare fino a 38, soprattutto a questo livello. Per me lui è davvero incredibile».



Vicino al Milan «Nel 2012 ero molto vicino a firmare con il Milan e prima ancora per due volte sono stato a un passo proprio dalla Roma, la trattativa era abbastanza avanzata ma poi non se ne fece nulla. C’era quell’allenatore che ha allenato anche in Russia, Spalletti, che allenava la Roma. Per due volte ho quasi firmato, così come con il Milan, sono stato a un passo anche da loro. Molto vicino».



Ibrahimovic alla Roma. «Al Milan mi aveva chiamato Zlatan, un mio buon amico, abbiamo giocato insieme a Barcellona. Voleva che andassi a giocare con lui al Milan, che poi, però, ha avuto qualche problema, infatti Zlatan ha lasciato la squadra per andare a Parigi. Potrei provare a chiamare Ibra adesso. Si trova bene a Parigi, non credo che voglia cambiare per venire qui. Magari la prossima stagione, ma non credo che lascerebbe Parigi per una squadre dello stesso livello. Lui invece gioca già in Champions e lotta per il campionato. Però, lo chiamerò, chiederò a lui se vuole venire qui e a Sabatini se ha i soldi per prenderlo…»



Rinnovo del contratto. «Ho firmato per un anno e per me è sufficiente. Alla mia età non voglio firmare per molti anni e poi magari costringere il club a tenermi se le cose non vanno bene. Ho vinto tanto e ho guadagnato molto in carriera, ora voglio solo divertirmi. Quando vado all’Olimpico e vedo i tifosi provo allegria, è importante sapere che apprezzano il mio lavoro, per me conta molto sentirmi amato. Alla mia età il contratto non è un tema così importante, certo per un ragazzo di 20 anni è diverso che per un giocatore di 34. Sto molto bene qui e chiaramente mi piacerebbe restare. Sono credente e penso che nessuno possa conoscere il futuro, ma sarei molto orgoglioso di poter chiudere la carriera alla Roma».