La sfida diventata tabù, Lazio e Genoa due squadre che non si amano troppo

La sfida diventata tabù, Lazio e Genoa due squadre che non si amano troppo
di Daniele Magliocchetti
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Sabato 20 Settembre 2014, 06:10 - Ultimo aggiornamento: 10:49
Una sfida infinita. Una partita tormentata. Sia che si giochi a Marassi o all'Olimpico. Mai banale, insomma. Quando si trovano davanti Lazio e Genoa può succedere qualsiasi cosa, fuori e dentro il campo. Storie di polemiche, di liti in campo, di mercato e addirittura di uno scudetto assegnato d'arbitrio ai rossoblù (il settimo) nel campionato 1914-15, senza poter dare la possibilità ai biancocelesti di poter disputare la meritata finale. Una vecchia storia, sicuramente, mai dimenticata dai laziali. Al punto che qualcuno spera che Lotito, ora molto inserito in Federazione, non si metta in testa di tirar fuori dagli archivi qualcosa che possa far finalmente chiarezza.

STORIE D'AMICIZIA E DI LITI

Non gliene vorrà sicuramente l'amico Preziosi. I due si stimano da anni, sono in sintonia sulla politica sportiva e amano scambiarsi i giocatori: da Behrami (acquistato per metà in prima battuta dal Verona, poi proprio dal Genoa), Biava, Floccari, Konko, Sculli e Matuzalem. Oltre alle tante trattative non andate a buone fine. Proprio i trasferimenti di Sculli e Matuzalem hanno fatto parecchio discutere. Il centrocampista italiano, tuttora tesserato con la Lazio e stipendiato da Lotito con un ingaggio di un milione d'euro fino al 2015, in settimana ha acceso gli animi dei laziali, manifestando il suo amore per i colori rossoblù e confidando nell'ennesima vittoria genoana (sarebbe la settima di fila). Parole che hanno dato fastidio ai tifosi e alla società che forse multerà il calciatore. C'è poi il caso Matuzalem, che nel febbraio del 2013 fece un bruttissimo fallo su Brocchi, costringendo il giocatore a concludere la carriera. Qualcuno, insinuò poi, che si trattò di un gesto di rivalsa perché l'ex milanista si sarebbe opposto al suo reintegro in squadra.

TORMENTI E TABÙ

Lazio-Genoa è anche la partita finita nel ciclone del calcioscommesse, quella disputata il 14 maggio del 2011 e terminata 4-2 per i laziali. Un risultato che finì nell'inchiesta sul calcioscommesse, che portò alla squalifica di Mauri, fermato per sei mesi per omessa denuncia. La stessa sfida, qualche mese dopo, a settembre, è da ricordare per le dimissioni di Reja, poi respinte da Lotito e dalla squadra, alla vigilia dell'incontro, dove i biancocelesti poi vennero sconfitti in casa. Ed è proprio da quel giorno che va avanti una maledizione che non la Lazio non riesce ad interrompere: sei sconfitte di fila. Un tabù che i ragazzi di Pioli vogliono assolutamente sfatare per riprendersi qualche rivincita, ma anche per cominciare a volare.