Lazio, il bello della finale: più luci
che ombre dietro il ko con la Juve

Lazio, il bello della finale: più luci che ombre dietro il ko con la Juve
di Gabriele De Bari
3 Minuti di Lettura
Venerdì 22 Maggio 2015, 06:16 - Ultimo aggiornamento: 10:12
La Lazio ha l'abito giusto per il gran finale di campionato. Il look che serve per affrontare da protagonista il derby e tornare in Champions League: nella finale di Coppa Italia le è mancato il papillon, per dare un tocco di classe alla serata di gala, ma non l'eleganza, né la personalità. La sconfitta è sempre un boccone amaro da digerire, soprattutto quando ha il sapore della beffa, sul momento ti lascia un senso di vuoto, di impotenza e di pessimismo. Nel cielo della notte bianconera la Lazio non ha visto le Pleiadi ma, tanto per citare una celebre poesia di Giovanni Pascoli, il Gelsomino Notturno, ha ammirato i semi germogliare sul prato dell'Olimpico, necessari per aprire una vita e continuare a credere nel doppio sogno: 6 punti, che significherebbero anche secondo posto. Deve crederci.

Dalle ceneri della Coppa, infatti, la Lazio è uscita rinforzata: nella mente, nella convinzione e nella stima dei tifosi. Ha fatto tanto, poteva fare di più, qualche errore importante, la sfortuna, la qualità dell'avversario, però non c'è spazio per i rimpianti. Delle 3 sfide contro la Juventus è stata certamente la più concreta, anche a livello tattico. Tanto che i campioni sono andati spesso in difficoltà, a testimonianza di come il gruppo di Pioli sia affidabile dal punto di vista atletico e determinato a chiudere alla grande un campionato ancora tutto da scrivere: 180 minuti da vivere con il cuore in gola ma anche con la convinzione di poter centrare obiettivi straordinari. Per la Champions servono 2 pareggi, per la storia 2 vittorie. La prima sfida sarà il derby, che avrà un peso specifico immenso per entrambe le formazioni: Champions diretta, milioni di euro, supremazia cittadina. Praticamente tutto. Questa Lazio, che ha giocato alla pari contro i bianconeri, può battere la Roma e rinfrancare le ambizioni.

Pioli ha capito che le avversarie più forti vanno affrontate con prudenza e squadra corta, lo spettacolo può attendere quando ci sono in ballo punti che pesano come macigni. L'ha fatto nella finale, dovrà ripeterlo nel derby per evitare di concedere a Garcia il contropiede. Analizzando le caratteristiche dei calciatori più importanti è la Lazio che deve puntare sulle veloci ripartenze. Candreva ha l'argento vivo addosso e crea sempre problemi quando può allungare la falcata in spazi aperti, Anderson è sotto tono ma può sempre trovare il guizzo vincente, Lulic e Basta hanno gambe e profondità. Klose è una garanzia. La Lazio è la meglio attrezzata sulle corsie esterne, con elementi forti e in ottima condizione di forma. Se riuscirà a recuperare Biglia avrà restituito al centrocampo il volto migliore. Parolo è una certezza. In difesa il rientro di de Vrij ha riportato carisma e solidità, tornerà Marchetti e Gentiletti sarà più rodato. Insomma la fotografia della Lazio, che si appresta ad affrontare la Roma, è quella di una formazione viva, quadrata, tonica. Che non ha paura del derby ma lo aspetta con la sicurezza dei forti. In questo finale, però, c'è una nota stonata che rischia di falsare il campionato: l'anticipo di domani, tra Juventus e Napoli. I bianconeri, sazi e appagati per il doppio trionfo, si presenteranno alla gara dopo un lungo riposo-premio. Di certo un po' distratti dai festeggiamenti: colpa della data sbagliata, scelta per la finale, che tante polemiche ha creato e che tante potrebbe crearne ancora. L'auspicio è che la Juve, così come ha fatto contro l'Inter, non faccia sconti e non svilisca la regolarità del torneo.