Lazio, a San Siro è la sfida dei tabù
Pioli cerca la prima vittoria contro il Milan

Lazio, a San Siro è la sfida dei tabù Pioli cerca la prima vittoria contro il Milan
di Gabriele De Bari
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Domenica 31 Agosto 2014, 01:32 - Ultimo aggiornamento: 17:14
Le due grandi deluse della passata stagione subito faccia a faccia a San Siro in quella che, fino a qualche anno fa, era una sfida di vertice. Adesso, Milan e Lazio, nobili decadute, a giudicare dai recenti risultati, dovranno riconquistare spessore e credibilità sia al barnum del campionato, che agli occhi delle tifoserie. Formazioni rivisitate e corrette: negli uomini, nei tecnici e nelle tattiche. I rossoneri si affidano a Filippo Inzaghi, esordiente assoluto su una panchina professionistica, i biancocelesti a Stefano Pioli che vuole giocarsi bene la chance di allenare una squadra importante, in una piazza blasonata e ambiziosa. Hanno professato idee e proclami ma sono entrambi da scoprire sia sul campo che a livello mentale, soprattutto quando dovranno affrontare i momenti difficili.



TANTE NOVITA’

Milan e Lazio, fuori dalle coppe, hanno cambiato pelle inserendo diverse novità nelle formazioni. Il colpo dei rossoneri è stato Torres, arrivato proprio in extremis, che comunque non rappresenta una garanzia ma solo il sostituto di Balotelli. Almeno in partenza. Quello dei biancocelesti l’olandese De Vrji al quale Pioli affiderà il comando della difesa, il reparto più deludente dello scorso anno. Altri elementi sono andati a rinforzare gli organici in ogni reparto ma la curiosità dei tifosi è indirizzata proprio nei confronti degli allenatori. Entrambi si presentano con il 4-3-3, entrambi prediligono il gioco sulle fasce e il dinamismo: sarà una sfida inedita e ricca di contenuti. A loro le società hanno affidato il compito di riportare Milan e Lazio sul palcoscenico europeo, altrimenti sarebbe un fallimento.



IL DIGIUNO

La trasferta di San Siro, contro il Milan, sembra stregata per la Lazio: non vince da 25 anni, dall’ormai famoso autogol di Maldini. Era la Lazio di Materazzi. In 24 gare i biancocelesti hanno collezionato 14 sconfitte e 10 pareggi: un autentico tabù che resiste nel tempo. Lo stesso Pioli non ha mai vinto sul terreno dei rossoneri. Ma il tecnico precisa subito. «E’ vero, però non allenavo la Lazio... L’Europa è il nostro obiettivo». Una frase che lascia chiaramente intendere quanto l’allenatore ferrarese creda nelle potenzialità della sua squadra, chiamata a un esordio di torneo molto insidioso. Dispone di un gruppo solido, con valide alternative, che lo costringerà anche a sacrificare calciatori importanti: Ledesma, Mauri, Djordjevic, Anderson, destinati alla panchina contro il Milan. Il 4-3-3, infatti, è un modulo che richiede una sola punta di ruolo e, se Klose sta bene, la maglia sarà sempre sua.



A TESTA ALTA

La prima di campionato ha sempre un sapore particolare, specialmente se il calendario regala una classica di grande fascino. E Pioli vuole una squadra che sappia tenere testa al Milan. «Vorrei vedere la Lazio provare a fare una partita d’attacco, giocando con dinamismo e aggressività». Vincere in casa del Milan significherebbe entrare nella storia come quel gruppo di Giuseppe Materazzi, il quale non poteva immaginare che quell’impresa venisse ricordata e citata così a lungo. E’ arrivata l’ora di mettere fine al ramadan laziale. Pioli ci crede, con lui devono crederci anche i calciatori soprattutto quelli nuovi ai quali il popolo laziale chiede di far lievitare il tasso qualitativo del gruppo.
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