Candreva e Anderson steccano la gara decisiva:
prestazioni mai all'altezza

Candreva e Anderson steccano la gara decisiva: prestazioni mai all'altezza
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Martedì 26 Maggio 2015, 05:42 - Ultimo aggiornamento: 11:32
La fortuna è un ospite capriccioso, che da tempo non alberga più sui divani di Formello, ma questa volta bisogna chiamare in causa anche i tanti errori commessi, a cominciare dal tecnico Pioli che pecca di presunzione, per finire alla coppia più attesa: Candreva e Anderson, la vera forza della squadra per fantasia, velocità, concretezza. Doveva essere la loro partita, il loro derby, quello che avrebbe regalato, in anticipo, la Champions League alla Lazio. Invece steccano clamorosamente la sfida più importante, con una prova calligrafica nella quale viene difficile trovare tracce della loro classe. Qualche guizzo, qualche accelerazione ma poco costrutto, rara continuità, scarse idee e intensità. Proprio la capacità di sfruttare le corsie esterne rappresenta la miglior risorsa della formazione biancoceleste e proprio in quelle zone del campo che Garcia chiede ai suoi un raddoppio di sforzi, abnegazione, chiusure. Anderson viene così braccato in ogni zolla di terreno e non trova quasi mai lo spazio per affondare la propria agile falcata. Cambia di posto con Candreva, alla ricerca di sbocchi, però si vede subito che non è quel calciatore funambolico di 2 mesi fa.

LE FASCE
Da tempo appare appannato e non brilla più, gli avversari lo conoscono meglio, sanno come affrontarlo, prova un paio di allunghi, cercano di fermarlo anche con le cattive, gli riesce soltanto il cross che, rifinito da Klose, porta al momentaneo pareggio di Djordjevic. Candreva, il romano, si vede che ci tiene da matti a fare bella figura, regala qualche breve sgommata, si becca una selva di fischi quando si avvicina, sotto la Sud, a battere i corner. Prova a svariare su tutto il fronte offensivo, spesso arretra per impostare l'azione e non dare punti di riferimento ai giallorossi. Eccede nel tiro da distanza enorme e, nel finale, quando potrebbe cambiare il destino della partita, alza la mira da buona posizione. Forse è tradito dalla troppa voglia di essere protagonista, che gli fa perdere lucidità e freddezza nei momenti cruciali. E' vero che la Roma si chiude sempre con applicazione, che blocca le corsie esterne, ma è anche vero che è la Lazio tutta che gioca al di sotto delle possibilità. Soprattutto perché vengono meno le risorse dei suoi calciatori migliori, quelli che devono incidere nelle pieghe della gara e del risultato. Quelli che, all'andata, furono i più propositivi e positivi stavolta evaporano sul più bello. Forse Candreva e Anderson sono penalizzati dal modulo perché, l'allenatore Pioli, invece di schierare un assetto tattico più prudente, come contro la Juventus, si concede il lusso di mettere in campo 4 calciatori offensivi, costringendoli a tanti ripiegamenti. Il derby è andato, resta Napoli per la Champions: basterà un punto ma ci vorrà una Lazio diversa.