STRIGLIATA
Con 12 Nazionali assenti e tanti forfait, ieri Pioli si limitava alla conta e a una partita di calcetto. Ramanzina rimandata a quando il gruppo sarà al completo. L'allenatore, a caldo, ha difeso i suoi uomini, ma pretende da loro la stessa grinta dell'approccio anche nella sofferenza. Bisogna correggere in fretta il neo di quest'avvio di stagione: non è possibile che la Lazio, in 11 giornate di campionato, non sia mai riuscita a ribaltare il risultato una volta passata in svantaggio. In principio fu il Milan, poi a Genoa, con l'Udinese e infine a Empoli. Pioli arriva a questa sosta con un punto in più della passata stagione.
CERTEZZE
Tredici gol subiti, tre in meno dell'era Vlado: la settima difesa del campionato non può comunque valere la Champions. E aspettando un rinforzo a gennaio e più sorte (praticamente mai la stessa difesa impiegata in 11 giornate), serve concentrazione. Mai una Lazio così imprecisa, in ogni reparto, come a Empoli. In calo i sempre presenti Lulic e Parolo. Onazi sembra involuto, Gonzalez convalescente. E né Ederson né Felipe Anderson possono ricoprire quel ruolo. E saranno fisiologiche altre flessioni con certi minutaggi: Parolo rimane il giocatore che ha giocato di più, seguito da Candreva, de Vrij, Lulic e Djordjevic. Ritmi snervanti, una raccolta di bollini: 29 gialli e tre rossi. Questa Lazio può però arrivare terza, ma anche ottava. Le certezze vanno costruite.