Allo spartito collaudato e recitato oramai a memoria da tutti gli interpreti, abbina anche una crescente solidità difensiva: una sola rete subita nelle ultime 6 giornate. Inoltre, possiede un calciatore che fa sempre la differenza, dall'alto della sua classe, della sua fantasia e delle sue giocate sempre efficaci e imprevedibili. Anderson è l'uomo in più, un autentico fenomeno che, anche nella circostanza, incanala la sfida sui binari giusti.
Dopo 4 minuti è già in gol, e questa volta su un colpo di testa che non è il meglio del suo repertorio. Dribbla, semina avversari, regala assist, colpisce una traversa: uno spettacolo. Ma la squadra è brava soprattutto nella fase difensiva, con Parolo e Biglia che chiudono ogni varco e con gli esterni che si sacrificano in continui recuperi. Al temuto contropiede veronese i biancocelesti non lasciano mai spazi, sempre pronti a pressare e a difendere sotto palla. Oltre ad alcune individualità di spicco, la squadra evidenzia un atteggiamento di compattezza e di personalità che risulta determinante.
Il Verona che Mandorlini comincia bene, prova a reagire al gol di Anderson ma viene annichilita dal raddoppio su punizione di Candreva, nel recupero del primo tempo. Sul 2-0 l'inc0ontro perde di contenuti e interesse. Da segnalare un palo di Moras e un'altra traversa di Biglia. Nemmeno Pioli forse conosce i limiti di questo gruppo che continua a volare, che sogna ancora il sorpasso e che ha distaccato il Napoli di 5 punti nella corsa al terzo posto.
LA CRONACA