Lazio, il terzo posto grazie al "fattore Lucas":
Pioli ha Biglia, il suo capitano-guida

Lazio, il terzo posto grazie al "fattore Lucas": Pioli ha Biglia, il suo capitano-guida
di Gabriele De Bari
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Martedì 6 Ottobre 2015, 05:48 - Ultimo aggiornamento: 10:52
In un campionato ancora senza padroni la Lazio può allargare gli orizzonti delle ambizioni e dei sogni. Il terzo posto luccica come un monile, alimentando speranze ed entusiasmo che possono far bene a tutto l'ambiente, in attesa di conferme ben più probanti. Nove dei 15 punti, infatti, sono arrivati contro le ultime della classifica, sfruttando un calendario abbastanza agevole in questa prima parte. Ma non è comunque facile battere le ”piccole” che spesso hanno rappresentato delle trappole anche per le formazioni pretendenti allo scudetto. La Lazio c'è e può soltanto crescere, rinfrancando e legittimando i sogni di una stagione cominciata male ma ancora tutta da decifrare e definire.

LEADER
La squadra ha trovato in Lucas Biglia il leader che cercava e del quale aveva assoluto bisogno. Un calciatore navigato, di esperienza e di caratura internazionale, diventato il punto di riferimento di ogni azione e di tutti i compagni. E' lui che cuce il gioco, gestisce i palloni che scottano, dà gli input, sollecita quelli che accusano delle pause. Biglia dimostra sagacia tecnica e intelligenza calcistica nel guidare la manovra sin da quando la palla esce dall'area biancoceleste. Lo fa da vero uomo-guida e, all'occorrenza, sa anche essere decisivo, a testimonianza della sua completezza che diventa uno stimolo per tutti. L'argentino sta dimostrando di meritare la fascia di capitano, con prove che lo collocano tra gli intoccabili della formazione. I PROBLEMI
Pioli ha finalmente riportato e confermato Lulic nel naturale ruolo di esterno basso, posizione che consente al calciatore bosniaco di aggredire gli spazi, di lanciarsi negli senza palla con la baldanza del bucaniere. Ormai da 3 gare di campionato ha soffiato il posto a Radu, che potrebbe anche essere dirottato a fare il centrale in una difesa che resta il reparto più fragile della squadra. Orfana di de Vrij, l'elemento più affidabile, quelli che si sono alternati a sostituirlo: da Gentiletti a Mauricio, per finire a Hoedt, hanno palesato lacune, perciò l'ipotesi di Radu potrebbe diventare concreta. Nel processo di crescita la Lazio dovrà fare molto meglio soprattutto in difesa perché sono le squadre con le difese più ermetiche quelle che vincono i trofei. E i biancocelesti incassano troppi gol e, in particolare, difficilmente offrono la sensazione di solidità.

CAMBI
L'allenatore ruota tanti elementi, di partita in partita, e spesso anche modulo. Uno zibaldone tattico che rischia di mandare in confusione i calciatori più giovani e di meno carattere. Il turn over va bene però una ”grande” deve avere almeno un'intelaiatura base composta da 8 titolari fissi che, quando stanno bene, devono giocare sempre. In questo modo sarà più facile per tutti entrare nei meccanismi dello spartito voluto da Pioli. La politica del ”contentino” può diventare un pericolo e bisogna evitarlo perché, proprio dalla oculata gestione delle risorse, potrebbero arrivare i risultati più importanti.

I RECUPERI
Alla Lazio che è salita sul podio del campionato si chiedono conferme e il salto di qualità. La prima arriverà dalla crescita collettiva del gruppo, la seconda dai recuperi di de Vrij e Klose. L'olandese, come detto, dovrà restituire compatezza al reparto arretrato, il tedesco garantire una maggiore finalizzazione delle azioni. Due rientri che potrebbero conferire una nuova e più decisa fisionomia alla squadra. In avanti, infatti, Matri non sembra godere di grande fiducia da parte del tecnico e Djordjevic non è il centravanti ideale per il salto di qualità. L'aquila è pronta per spiccare il volo ma la Lazio dovrà dimostrare di non soffrire della sindrome di Icaro.