Lazio, Felipe Anderson irriconoscibile,
serve un bagno di umiltà

Lazio, Felipe Anderson irriconoscibile, serve un bagno di umiltà
di Gabriele De Bari
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Lunedì 31 Agosto 2015, 06:10 - Ultimo aggiornamento: 17:05
VERONA Gli impagabili tifosi hanno incitato per tutta la partita, non credevano ai loro occhi per quello che vedevano in campo, nella disfatta che ha offeso l'amore del popolo laziale verso la squadra. Nessuno si è salvato dal marasma, però una citazione particolare merita Anderson. Il brasiliano, anche se ha giocato soltanto nella ripresa quando tutto era stato compromesso, ha steccato ancora una volta. Una palla persa e una punizione al primo minuto, segno di un nervosismo latente che ne condiziona il rendimento. In Germania aveva detto che bisognava voltare pagina e cominciare un nuovo percorso a Verona. Parole pronunciate appena 4 giorni fa, però il film è stato lo stesso con Anderson sempre in ombra, la parodia del bel calciatore che tanto aveva entusiasmato nella passata stagione. Quello di oggi è una fotocopia del Felipe visto il primo anno di Lazio, un attaccante che non saltava l'avversario, non tirava e raramente entrava nel vivo del gioco. Dov'è finito quello che, per metà campionato aveva indotto, con troppa facilità, a parlare di fenomeno, di campione da accostare ai più grandi? Non ci sono tracce, tanto che Pioli l'ha relegato in panchina, preferendogli Kishna. L'allenatore sperava di vederlo vivace nella ripresa, in grado di cambiare volto a una serata pesantissima per i colori laziali. Questo Anderson sembra bravo a parole, quelle che lasciano il tempo che trovano e che non vengono mantenute: doveva essere l'incontro del rilancio, è stato quello della vergogna. Anche questo ragazzo brasiliano deve fare un bagno di umiltà, lavorare tanto e parlare magari di meno. Soprattutto in questo periodo nel quale deve ritrovarsi. Qualità tecniche ne ha, però non bastano quando mancano la testa e la condizione fisica. E, soprattutto, adesso che gli avversari lo conoscono bene, deve inventarsi qualche giocata alternativa che gli consenta di entrare nel vivo delle gare e di indirizzarle. Ha steccato in Germania, non ha cambiato trend contro il Chievo, anche se i colpevoli principali del disastro sono altri. Ma ha tante potenzialità e sono proprio quelli come lui che devono riportare la Lazio in orbita.