Lazio: all'inferno e ritorno grazie a quel patto siglato a Napoli

Lazio: all'inferno e ritorno grazie a quel patto siglato a Napoli
di Daniele Magliocchetti
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Lunedì 5 Ottobre 2015, 06:16 - Ultimo aggiornamento: 18:03

ROMA Dall'inferno al paradiso in un baleno. La Lazio si è finalmente ritrovata. E gran parte del merito, se non tutto, si deve a quel patto siglato all'interno dello spogliatoio il giorno dopo la disarmante disfatta di Napoli. “Rimettiamoci sotto, basta fare i bambini, possiamo ancora stupire tutti: chi ci sta bene, chi non è d'accordo lo dica adesso perché dopo saranno guai e se la vedrà col gruppo”, la sintesi dell'intesa d'acciaio sottoscritta da tutti i giocatori. Sembra una scena da film, ma durante il ritiro tutti quanti si sono guardati in faccia, hanno parlato e ammesso gli errori. Tutti, nessuno escluso. Da quel confronto all'intero di Formello, tra giocatori, tecnico e anche società, i biancocelesti ne sono usciti rafforzati e hanno ripreso non solo a volare, ma a rigiocare l'uno per l'altro, soffrendo e aiutandosi in campo, mettendo da parte antipatie ed egoismi.
LA TRE SBERLE PRESE
I risultati aiutano, non ci sono dubbi, ma rialzarsi non è stato facile. Pioli, probabilmente, ha sbagliato qualcosa sin dal ritiro, forse non si è reso conto di aver sottovalutato qualche problema che, a poco a poco, cresceva. Il campo, poi, ha dato il verdetto inequivocabile, prima al Bentegodi con il Chievo e poi al San Paolo, e prima di tutti, davanti al gruppo si è messo in discussione. Ha capito, insieme ai giocatori più esperti, che bastava davvero poco per ritrovarsi e ripartire. Non è stato facile, ci hanno messo un po' prima di rendersi conto che in pochissimo tempo rischiavano di buttare e vanificare quanto di buono avevano fatto l'anno scorso. Senza ombra di dubbio, le tre sberle d'avvio di stagione, Leverkusen, Chievo e soprattutto Napoli, se non sono da benedire, poco ci manca. Pioli, ogni tanto, ci scherza sopra e dice proprio questo, ma anche lui sa bene che senza quelle batoste, la Lazio non si sarebbe mai messa sotto processo e non si sarebbero analizzati i problemi fino in fondo. Adesso, dopo le tre vittorie consecutive, quattro con l'Europa League, e una classifica importante, all'interno della squadra c'è più consapevolezza ed entusiasmo, ma allo stesso tempo la sicurezza che tornare indietro ci vuole poco. “Testa bassa e pedalare”, avvertono gli anziani quasi ogni giorno prima dell'allenamento.
CRISI D'IDENTITÀ
Più che di risultati, la crisi della Lazio è stata d'identità, di un gruppo che si era smarrito e completamente sfaldato. Basti pensare che i biancocelesti all'Olimpico non hanno mai tradito: sei partite tra campionato, preliminari Champions ed Europa League, sei vittorie. Un andamento inspiegabile, considerato il cammino, ma logico vedendo la qualità della squadra. Tanti sottovalutano la Lazio, la stessa cosa che è successa anche l'anno scorso e molti giocatori, soprattutto quelli che ci sono da più anni, hanno fatto leva proprio su questo aspetto. Ora non resta che continuare su questa strada e Pioli non si stanca di ripeterlo.
RIAPRONO GLI ABBONAMENTI
La Lazio si è ripresa e dopo la contestazione feroce, ha riconquistato anche la gente che ieri è tornata ad applaudire e a tifare i propri beniamini.

A suggellare il tutto, poi, ci ha pensato la società che dal 6 ottobre e fino al 23 ha deciso di riaprire gli abbonamenti per le restanti 15 gare casalinghe che restano. Un segnale importante che, probabilmente, non passerà inosservato. L'obiettivo è arrivare a 20.000 tagliandi.