Dalla voglia di addio, a una storia tutta da scrivere: Lulic-Lazio, un amore ritrovato

Dalla voglia di addio, a una storia tutta da scrivere: Lulic-Lazio, un amore ritrovato
di Alberto Abbate
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Venerdì 16 Ottobre 2015, 03:48 - Ultimo aggiornamento: 20:28
A mezz'aria fra se stesso e la Lazio. E pensare che se Lulic decolla, manda i bomber in paradiso. In Bosnia è un esterno volante: ormai sempre più devoto al divino assist, Senad sale addirittura sul tetto d'Europa. E' lui il migliore nell'ultimo passaggio: altri due cioccolatini contro Cipro e sono sei baci ai compagni per una dolce qualificazione a Euro 2016. Ieri la Uefa lo celebrava con la medaglia d'oro al collo, insieme allo slovacco Weiss e al polacco Milik. Eppure da anni Tare corteggia il pupillo Shaqiri, fermo a quota 5 assist. Per capire la grandezza delle gesta di Senad, basti pensare che Ozil ne sfoggia solo 4 in questa speciale classifica. E alla Lazio? Pioli lo riscopre terzino sinistro per ovviare all'involuzione di Radu, Lulic torna a correre più veloce del vento. Anzi, del dolore. Stoico col Frosinone, con i crampi, a inseguire comunque gli avversari sino al novantesimo. Una dimostrazione d'amore, a cambi esauriti. Resta quasi più impressa d'una firma su un rinnovo che Senad continua a rifiutare. Solo perché pensa di meritarsi di più: Lulic non vuole andar via, vuole 1,3-1,4 milioni. Il giusto prezzo del sudore, mica la rendita di chi solo quel 26 maggio 2013 ha fatto Roma in un giorno.

OBIETTIVO RESTARE
Eroe della Coppa Italia, eroe dell'ultima domenica. Quasi zoppo, Lulic comunque in campo sino al triplice fischio. E c'è di più: un salvataggio su Dionisi e improvvise accelerate solo per adrenalina. Anzi, per amore della Lazio. Senad sta bene a Roma e, anche senza prolungamento, giura a tutti di voler restare sino alla scadenza nel 2017. A questo punto è la società che, non volendogli offrire 1,4 milioni, sta cercando acquirenti dall'estate. Prima in Bundesliga, poi in Italia. Nulla. Ora invece c'è una corrente Oltremanica che risucchia il bosniaco in Premier: il West Ham, in particolare, è pronto a fare sul serio già per gennaio. L'agente Schütt (lo stesso di Klose) con Tare sta cercando la soluzione migliore e anche quella più fattibile. Lotito non accetta meno di 15 milioni, Lulic in Nazionale gli ha fatto due assist. Il cartellino schizza.

LA RINASCITA
Jolly anche di denari, Lulic. Al momento, tutto quel che tocca lo fa diventare prezioso. E' rinato terzino, a Reggio Emilia può reinventarsi mezz'ala. Ovunque sia, Pioli adesso non rinuncia certo a Senad dai palloni d'oro. Aveva fallito al San Paolo sulla trequarti, ma ora è un altro. C'è il suo zampino persino in ogni gol biancoceleste. Perché il bosniaco spara cartucce, è una pistola calibrata. Lucida una miriade di palloni, è il radar della manovra laziale a sinistra. Anderson è resuscitato dai piedi di Lulic, Djordjevic s'era illuminato col Genoa di Lulic, due domeniche fa tutto il popolo biancoceleste era nelle gambe di Lulic. Sino al traguardo, oltre l'ostacolo fisico.

LA DECISIONE
C'è più d'un raggio di Lulic nella risalita biancoceleste al terzo posto in classifica. Finalmente insostituibile da due gare consecutive in Serie A e persino con la fascia al braccio. Senad non inciampa più sul rinnovo, è un professionista generoso. Più laziale, che british. Era esploso sotto il Vesuvio l'anno scorso, a Napoli è riemerso dalle ceneri. La Lazio deve decidere se pensare alla plusvalenza (è costato appena 3 milioni) o conservare questo prezioso bene mobile. In un periodo di crisi del talento, sarebbe però davvero un peccato non tenere saldo a bilancio questo stabile istituto Lulic.