Mexes si scusa con tutti tranne Mauri
Inzaghi minimizza: «E' stato provocato»

Mexes si scusa con tutti tranne Mauri Inzaghi minimizza: «E' stato provocato»
di Gianluigi Giannetti
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Domenica 25 Gennaio 2015, 00:26 - Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 09:33

Non è un ex romanista infastidito dal biancazzurro degli avversari in campo. Perfino le polemiche tra i club capitolini, salite di tono nelle ultime settimane, non hanno l'abitudine di star fuori in modo così sguaiato dalle righe. Philippe Mexes, classe 1982, ha vissuto una serata pateticamente da solo, spot involontario della distanza abissale di chilometri, budget e stile che c'è tra certo calcio italiano e quello spagnolo. Se non vogliamo dire tra un Pallone d'Oro e un giocatore meno che qualunque.

Al minuto 38 del secondo tempo di Cordoba-Real Madrid, finita poi 1-2 per i merengues, Cristiano Ronaldo in una azione di gioco ha sferrato una manata al suo marcatore Edimar, ex Chievo, e l'arbitro, che lo ha visto, lo ha immediatamente espulso.

CR7, mediatico e lucido, si è amministrato con una “signorilità 2.0” pochi minuti dopo, con un tweet: «chiedo scusa a tutti, e in particolare a Edimar, per il mio gesto irresponsabile di oggi».

Al minuto 48' del secondo tempo del nostro Lazio-Milan, ore dopo e alcune ere evolutive prima, Mexes ha aggredito il capitano laziale Mauri che precedentemente aveva avuto uno screzio con lui. L'arbitro Mazzoleni è intervenuto e lo ha espulso, ma Philippe, piuttosto che uscire dal campo, ha tentato nuovamente di aggredire il n.6 biancoceleste, salvo essere poi trascinato di peso fuori dal suo portiere Diego Lopez, mentre sul rettangolo verde rischiava di accendersi una rissa generale.

Solo, e tesserato da una società che preferisce glissare sullo stile che era suo proverbiale, inabissato come le prestazioni in campo, Mexes è stato difeso distrattamente da Inzaghi: «Ha chiesto scusa, è stato provocato, sarà squalificato e dispiace». Ma Philippe non è Ronaldo. Di una difesa ragionevole aveva bisogno, e dice: «Quando sbagli è normale prendersi le responsabilità. Volevo chiedere scusa alla società, ai tifosi e alla mia squadra. È una reazione che ho fatto più volte nella mia carriera. Chiedo scusa». Cioè a tutti, ma non a Mauri, forse abile a restare immobile mentre veniva afferrato per il collo, stessa sorte poi toccata a Cana.

Mexes assicura: «Non è un esempio di un padre di quattro figli come me. Non ho scuse perché è una partita di calcio e non bisogna arrivare a queste cose. Non ricapiterà». Ma voi avete notato? La paternale forse è più lunga dei 140 caratteri di un tweet. Il giudice sportivo che gli comminerà una squalifica esemplare farà il conto che, invece, da adulti e professionisti, si doveva sintetizzare: «Insomma scusa calcio italiano, scusa Stefano Mauri».

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