Il giorno dopo le dimissioni da presidente onorario dell'Inter, Massimo
Moratti non fa nessun passo indietro.
Dopo un'avventura durata 19 anni, sotto gli uffici della
Saras l'ex numero uno nerazzurro ha messo le cose in chiaro: «La parte delle mie quote? Sono mie e me le tengo», riferendosi a quel 29,5% di sua proprietà. «Se dovete chiamarmi dottore o presidente? Sono dottore non presidente. Comunque no, non mi sento tradito da Walter
Mazzarri. Lui dice di non essere stato sgarbato? Ma nemmeno io. Certo, sono dispiaciuto». Questa forse è un epilogo che Moratti non si sarebbe mai immaginato il 15 novembre 2013, quando Erick
Thohir aveva acquistato il 70,5% del club diventando il nuovo azionista di maggioranza: «Non è finita male, sono cose che succedono, è un cambiamento normale. Credo di avere fatto il mio tempo».
Thohir, intanto, ha incontrato tutti gli uomini nerazzurri (Michael
Bolingbroke, Michael
Williamson, Piero
Ausilio e Javier
Zanetti) oltre a Marco
Fassone e Walter
Mazzarri. Il concetto che il tycoon indonesiano ha espresso a tutti è di ricompattare l'ambiente e confermare la fiducia nel progetto e in tutti gli uomini che, a vario titolo, ne sono coinvolti.