Da Keita a Biglia, troppi mugugni, la Lazio si spacca: Pioli psicologo lavora sulla testa dei calciatori

Da Keita a Biglia, troppi mugugni, la Lazio si spacca: Pioli psicologo lavora sulla testa dei calciatori
di Alberto Abbate
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Lunedì 10 Agosto 2015, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 14:54
Se il gruppo fa la forza, la Lazio ora sembra sfinita: «L'anno scorso eravamo una grande squadra – ha gelato tutti, Klose – e ora dobbiamo tornare ad esserlo. Tutti uniti, sudare e remare l'uno per l'altro per superare la battaglia dei preliminari col Leverkusen». Due giorni per smaltire la delusione (ripresa dopodomani a Formello) della Supercoppa, poi Pioli dovrà riunire tutti in cerchio e urlare di nuovo “Vola Lazio vola”. Il mister assicura d'aver rivisto «lo spirito della sua squadra» con la Juve, ma magari gli è sfuggito un particolare: la spinta dell'ultima “stagione dei miracoli” era arrivata proprio dall'energia dello spogliatoio compatto. Stefano da Parma aveva creato un fronte comune, oggi da lì rimbalzano solo divisioni. Così, seppur già previsto, la Lazio torna a Roma malconcia e spaccata in due tronconi: ieri sera lo sbarco a Fiumicino, dopo 10 giorni a Shanghai, dell'allenatore e della maggior parte dei giocatori. Keita rimane in Cina a “lamentarsi” con Lotito per l'ennesima esclusione – con tanto di vano riscaldamento - di Pioli: «Il mister non mi vede, cedetemi...», pare abbia bisbigliato subito in un primo sfogo. Nel prossimo farà parlare l'agente Savini col presidente che, insieme a Balde, ripartirà stamattina alle 9.30 alla volta dell'Italia. Ieri una preghiera in chiesa con la moglie Cristina e il figlio Enrico. C'è bisogno di una benedizione sulla sua nuova Lazio.

UNA REGIA TREMULA
Dalla regia cinese a quella biancoceleste: c'è un doppio flop a Shanghai. Svogliato, molle, troppo impreciso: cosa succede a Biglia? Era la luce della Lazio, in Supercoppa s'è totalmente spenta. Eclissato, Lucas, in quella frase della vigilia che ora provoca ancora più rabbia nei tifosi: «Biglia, appena nominato capitano, avrebbe dovuto smentire categoricamente voci di mercato e/o interessi ad andar via in futuro», continuano a ribadire in tanti. Tutti quelli che ora invocano un dietrofront: «Bisognava dare la fascia a Candreva piuttosto, che almeno per la maglia lotta e non rompe ogni due secondi sulla volontà di andare al Real Madrid (ora c'è pure il Monaco, ndr), se dovesse chiamare». Eppure proprio ad Auronzo, durante le elezioni “segrete” del capitano, s'erano intravisti i primi segnali di uno spogliatoio non più unito come una volta. Persino spaesato, senza una guida: una volta ci pensava Mauri a metter tutto in riga. Coi sudamericani bastava uno sguardo glaciale di Ledesma. Addii sottovalutati?

ALLENATORE NELLA CRITICA
Il bicipite di Biglia ora sembra scoppiare, non doveva forse mostrare i muscoli con le sue verità. E soprattutto tradire Pioli, colui che aveva voluto a tutti i costi, che la fascia cadesse al suo braccio, dopo i mugugni dei compagni sulla prima nomina di Candreva. Il mister è rimasto deluso dall'atteggiamento di Lucas, non certo da esempio per il resto della squadra. Pensava d'averlo convinto a restare, insieme alla società, invece adesso la sua decisione si rivela un boomerang anche con i tifosi, che tanto lo avevano osannato la scorsa stagione. Prime critiche per l'allenatore del sorprendente terzo posto, ancora sempre battuto dalla Juve, ma forse colpevole solo dell'idea di non volere – d'accordo con la dirigenza - un altro centravanti, oltre Klose e Djordjevic. Perché in fondo a Shanghai è mancato soltanto – si fa per dire – il gol.

LE TERRIBILI ASSENZE
Guai a sottovalutare, in questo senso, le assenze degli squalificati Parolo e Lulic. In particolare l'ex Parma rimane un perno imprescindibile di questa Lazio. Per le reti (10, la scorsa stagione), ma anche per gli inserimenti negli spazi come e quanto faceva Mauri, con buona pace di Cataldi sacrificato in Supercoppa sulla trequarti. Stessa capacità di sfrecciare, ma partendo dalla fascia, per Lulic, che avrebbe forse consentito a Pioli di poter schierare quel 3-4-3 che tanto aveva fatto male alla Juve in semifinale di Coppa Italia. Facendo gli scongiuri, non mancheranno il 18 agosto con il Leverkusen. Ma prima, almeno per Senad, sarebbe bello che arrivasse il rinnovo. Così come la firma di Marchetti, annunciata ormai da mesi: quest'attesa getta altra incertezza e tensione nello spogliatoio. Lotito tolga ogni alibi.