Tornano i tempi del Borgorosso: dal Napoli al Milan, si va tutti in ritiro

Tornano i tempi del Borgorosso: dal Napoli al Milan, si va tutti in ritiro
di Gianfranco Teotino
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Lunedì 27 Aprile 2015, 06:35 - Ultimo aggiornamento: 13:46
Sul pullman che sabato sera portava il Milan dallo stadio Friuli all'aeroporto di Ronchi dei Legionari dopo l'ennesima prestazione più che deludente è successo davvero di tutto. Una discussione senza precedenti. In pratica, una lite fra l'allenatore e i suoi giocatori, almeno una parte di essi. Inzaghi ha ripetuto direttamente alla squadra le accuse che aveva lanciato nelle interviste del dopo-partita: «Siete stati indegni della maglia che indossate». Ma, più di queste parole, a scatenare la reazione dei calciatori è stata la decisione di portarli tutti in ritiro. A tempo indeterminato. Anche sino al 31 maggio, se necessario, ha fatto sapere ieri la società, appoggiando in pieno l'idea del tecnico. E' per questo che sono sbottati. Secondo testimonianze attendibili, sarebbe stato proprio uno dei più rappresentativi, il più titolato, a replicare senza peli sulla lingua. «Sei tu a non essere all'altezza di guidare il Milan». Come potranno convivere, d'ora in poi, sono sostanzialmente fatti loro. Quel che interessa è il fenomeno di costume, la ritiro-mania che dilaga nel calcio italiano. Un ritorno al passato che fa sorridere nell'era della rete, non quella che c'è in campo dietro le porte, nell'era delle interconnessioni e dei social media.

I GIOCATORI
Com'è ovvio che sia, i ritiri non piacciono ai giocatori. Di solito neanche agli allenatori, eccetto Inzaghi evidentemente. In genere, sono i tifosi più accessi a invocarli, convinti che le loro squadre perdano perché i calciatori vanno a letto a tardi, e sono i presidenti a imporli. Ma servono? La casistica più recente offre risultati contraddittori. Al Napoli, nell'immediato, sì: è riuscito a salvare una stagione che stava andando alla deriva. Le conseguenze, però? Dal giorno della decisione, De Laurentiis e Benitez, che era assolutamente contrario, non si parlano più. Comunicano via sms e forse proprio quella è stata l'ultima goccia in un vaso di incomprensioni che sfocerà in divorzio. A Cagliari il ritiro ha portato con sé prima l'irruzione degli ultrà nell'albergo dove i giocatori erano “reclusi” e poi le dimissioni di Zeman. L'Udinese ha ricominciato a vincere, proprio con il Milan, dopo che il ritiro era finito.

ALLO STADIO
Il Barcellona, quando gioca in casa, si ritrova direttamente allo stadio poche ore prima del via. Sono rimaste impresse le immagini del pre-partita dell'ultima sfida con il Real Madrid, fondamentale per lo scudetto: i giocatori arrivavano al Camp Nou chi ascoltando musica, chi con il figlioletto in braccio e la compagna accanto. Quasi tutte le squadre inglesi fanno altrettanto. A scapito anche della ritualità del pullman e della divisa che pure appartiene alla storia del calcio, se vogliamo anche alla sua bellezza. Ci sono momenti in cui i ritiri sono indispensabili: nella fase di preparazione all'inizio della stagione o nelle fasi di richiamo, quando i giocatori vanno monitorati 24 ore sul piano atletico, medico, dell'alimentazione, per programmare poi al meglio il lavoro ordinario. Il resto è suggestione. Ma il calcio è così misterioso che anche la suggestione può aiutare a vincere.