La bella Napoli è sparita a Udine, Benitez è già in discussione

La bella Napoli è sparita a Udine, Benitez è già in discussione
di Marco Ciriello
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Lunedì 22 Settembre 2014, 06:21 - Ultimo aggiornamento: 09:34
La sconfitta del Napoli nasce da un inutile fallo di Gargano che sgambetta Di Natale. Punizione, Koulibaly la devia di testa alla sua destra, sul secondo palo, dove appare Danilo come un San Giuseppe da Copertino, che vola e la mette nell'angolo opposto, dietro Rafael. L'effetto di terrore provato dal Napoli è quello di dover tornare negli anni bui del centro classifica, a sfangarla contro le piccole. E perdere. A testimonianza del terrore c'è la faccia stanca di Gonzalo Higuain che pare uno dei condannati a morte di Goya. Prima e dopo il gol, il Napoli, ci ha provato ma non come avrebbe fatto il Napoli del campionato passato. Un tarantolato che cerca disperatamente, e in solitudine, di andare in porta, purtroppo senza mai essere aiutato, se non nel finale da Callejon, trovando però di fronte Karnezis che sogna di essere Zoff. Bisogna fare attenzione a quello che si desidera si rischia di scoprire di averlo già avuto. A Udine il Napoli si è scoperto vulnerabile, ancora di più di come era successo contro il Chievo. Subisce pochi tiri in porta e quasi sempre prendendo gol. Davanti tanti errori, in aggiunta a una formazione sperimentale voluta da Benitez che prova Michu e Lopez, il risultato è che sembrano l'ombra di Gargano, tornato a Napoli con più grinta del passato e una strana voglia di tirare di continuo in porta. Vizio che gli regala un palo. Che respinge tutte le idee di democrazia del talento che Benitez racconta ogni volta che lo intervistano, rivoli di discussioni che sommergeranno la città di Napoli, ricordando le utopiche discese di Insigne che però non trovano gol, specchio di quelle confuse di Zuniga, le corse disperate di Maggio che per quanto veloce non riesce mai a mettere in mezzo, nemmeno per errore, un pallone tipo Beckham, e l'immobilità del centrocampo.



ILLUSIONE EUROPEA

Una strana soggezione calcistica che era stata ribaltata contro lo Sparta Praga, nel turno di Europa League, grazie agli sforzi di Higuain e all'andargli dietro di Mertens, a Udine, però, una comparsa. Il Napoli manca di fierezza prima ancora di precisione, manca di sguardo prima ancora che di tiri in porta. L'unico che aveva questa iconicità napoletana era Di Natale, faticatore instancabile di campionati in periferia, di gol su gol come mattoni, senza pensare a titoli ma piuttosto a tetti di case sicure lontane dalla bassa classifica, e che, però, gioca con l'Udinese. Stavolta ci mette il cross in area. A Napoli ogni sconfitta è la cresta di uno tsunami che oscilla tra struggimento tragedia e rimpianto per la mancata festa. Non c'è mai la giusta distanza, ma oggettivamente la squadra è legata alla tormentata volontà di Gonzalo Higuain ma non è supportata dal resto della squadra, che pare soffrire di amnesie. Una schizofrenia calcistica. È come se l'effetto Benitez avesse smesso d'espandersi, se da una parte la sua filosofia funziona in conferenza stampa, dall'altra è tradita dal campo: battezzate da un calciomercato insoddisfacente. C'è una parte molle della squadra che si piega, fino a subire il gol, per poi, in apnea, provare a ribaltare la situazione, senza riuscirci, dopo aver sprecato una Piedigrotta di palloni, gol e azioni. Non basta la bellezza del frammento serve la complicità delle vittorie.