Ultima in casa, il Parma saluta i tifosi. Il Tardini canta: «Torneremo in Serie A»

Ultima in casa, il Parma saluta i tifosi. Il Tardini canta: «Torneremo in Serie A»
di Vanni Zagnoli
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Domenica 24 Maggio 2015, 16:55 - Ultimo aggiornamento: 18:59
All’ingresso delle squadre in campo e all’uscita occorre trattenere l’emozione, sennò scappano le lacrime, a tutti i parmensi presenti al Tardini. E’ il passo d’addio alla serie A del Parma, chissà per quanto tempo perchè «Bambole, non c’è una lira», a prescindere. Potrebbe anche arrivare un compratore, un salvatore del titolo sportivo in serie B, ma certamente i soldi per risalire non li ha nessuno, si potrebbe solo sgraffignare una promozione, alla Cesena di Bisoli, per intenderci. O servirebbe un miracolo alla Pasquale Marino, che qui fu esonerato, con il Vicenza.

Il funerale sportivo del Tardini coincide con la celebrazione degli eroi crociati, gente andata a fare «la guerra santa dei pezzenti», per dirla alla Francesco Guccini, ne La Locomotiva. Per qui c’era tutto per un altro buon campionato, dopo il sesto posto modello Genoa cancellato dalla licenza Uefa negata. «E lì - ci fa sapere per mail l’ex presidente Tommaso Ghirardi, in attesa di giudizio - iniziarono i miei problemi». Anche dei giocatori, non più pagati e passati dall’albanese Taci, supportato dai prestanome Doka (Doca per non essere etichettato, a Piacenza) e Kodra, dal faccendiere Giampiero Manenti, agli arresti domiciliari, alle dimissioni dell’ad Pietro Leonardi, tornato a Roma e talmente avveduto dall’avere rinunciato allo stipendio di luglio, per quello di agosto, perchè più ricco. Ci penserà Donadoni, quando rivedrà il gatto e la volpe, cioè Ghirardi e Leonardi, indagati per bancarotta fraudolenta (il dirigente di Monterotondo per il concorso a quel reato) a dirgliene quattro.

«Perchè hanno sempre pensato ai loro interessi personali», ripete da mesi senza andare oltre.
Oltre va il pubblico con i cori contro Ghirardi, soprattutto. «Cori e maschere notturne. Discanto», recita Ivano Fossati. Le maschere indossate da quei dirigenti senza scrupoli, indagati con ritardo dalla guardia di finanza. Il discanto, ovvero il ritorno alla realtà, dall’addio di Cassano in poi è stato traumatico, perchè il Parma aveva i mezzi per salvarsi nonostante la penalizzazione.

Pareggia con il Verona 2-2 e sale a 18 punti, 25 sul campo, contro i 37 dell’Atalanta. Ne ha buttati una dozzina per errori difensivi assurdi, per sconfitte frutto solo dell’assenza mentale legata alle incertezze. All’ingresso gli applausi sono convinti, da tributo alla Juventus del doblete, perchè i giocatori emiliani sono quasi eroi, continuando a giocare gratis.

Segnano con Nocerino e con Varela, prima che la doppietta di Toni chiuda per l'Hellas un campionato di secondo piano, rispetto all’Europa league sfiorata. «Torneremo, torneremo in serie A», urla la curva gialloblù. Nessuno vuole uscire dallo stadio, i giocatori salutano in ogni settore.