Salta la trasferta a Genova,Lucarelli: «Domenica non giochiamo». La Figc acconsente al rinvio e il sindaco Pizzarotti afferma: «Manenti non è un interlocutore credibile»

Salta la trasferta a Genova,Lucarelli: «Domenica non giochiamo». La Figc acconsente al rinvio e il sindaco Pizzarotti afferma: «Manenti non è un interlocutore credibile»
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Venerdì 27 Febbraio 2015, 14:47 - Ultimo aggiornamento: 19:49
Il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, ha accordato il rinvio del match Genoa Parma, in programma domenica, chiesto da Aiac e Aic e legato ai problemi della società ducale. «Considerando lo stato morale, etico, individuale e sportivo dei calciatori ho ritenuto di rinviare la partita del Parma. È un fatto estremamente grave e non credo più ripetibile, almeno che non intervenga il tribunale o altre autorità superiori. Non posso rinviare ogmi domenica la partita».



Il n.1 di via Allegri ha spiegato che vista la situazione sarebbe stato impossibile far disputare «un eventuale incontro tra soggetti martoriati e non più in grado di esprimersi con la massima possibilità atletico-agonistica». La decisione, ha evidenziato Tavecchio al termine del consiglio federale, è stata presa dopo avere «sentito l'unico presidente (il n.1 del Genoa Enrico Preziosi, ndr) perché la controparte non c'è».



Accolta dunque la posizione dei giocatori, a partire da Damiano Tommasi, presidente dell'Assocalciatori (Aic), che aveva annunciato la richiesta formale di rinviare il match in programma domenica tra Genoa e Parma.«Il Parma non è nelle condizioni di andare in campo. È stata presentata una richiesta di rinvio della partita alla Federazione. Non ci sono le condizioni per affrontare una gara di serie A».



Il fronte di Collecchio

«Non andremo a Genova, abbiamo chiesto che venga rinviata la partita». Questa infatti la dichiarazione di questa mattina del capitano del Parma Alessandro Lucarelli all'uscita del centro sportivo di Collecchio. La posizione di parte del gruppo che già ieri sera aveva paventato la volontà di fermare il campionato del Parma aveva quindi già prevalso.



«Abbiamo chiesto il rinvio della partita e se non ce lo concedono siamo pronti a scioperare e vorrà dire che perderemo 0-3 a tavolino», ha poi aggiunto il capitano del Parma che ha sottolineato come la scelta sia stata presa in accordo con l'Associazione Italiana Calciatori.



«La colpa è di Manenti? No di Ghirardi - ha risposto Lucarelli - se per lui è facile sanare queste situazione torni». Intanto visto lo stop in campionato c'è già la proposta della tifoseria organizzata che invita la squadra a giocare domenica un'amichevole in famiglia a Collecchio. «Un giorno comunque di festa con i tifosi per dimostrare a tutti la civiltà della nostra città e dei sostenitori del Parma», ha detto Angelo Manfredini, presidente del entro di Coordinamento dei Parma Clubs.



«Manenti non è una persona credibile. Stiamo valutando di chiudere lo stadio Tardini». Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, è uscito con «lo stato d'animo dei peggiori» dall'incontro con Giampietro Manenti, presidente del club ducale. «Non abbiamo avuto garanzie, abbiamo incontrato una persona che eludeva le domande. Non ha le idee chiare, un piano concreto e la gestione di una situazione difficile come questa. Ho già chiamato il presidente della Lega, il presidente dell'Assocalciatori e chiamerò il presidente federale Tavecchio: la situazione va presa in mano ancora di più», ha detto il primo cittadino riferendosi alla gravissima crisi finanziaria del club.



«A me, come amministrazione, non interessa se una persona del genere porta 40-50 milioni, ammesso che arrivino, e risolve i problemi economici. È una persona che non ha credibilità, non ha liquidità e una capacità economica in Italia: se arrivano 50 milioni, mi chiedo da dove arrivino», ha aggiunto Pizzarotti.



«Alla città e alla squadra serve chiarezza, stiamo valutendo di chiudere lo stadio Tardini. Noi vogliamo un interlocutore serio. Questa persona, che ad oggi non ha dato nessuna garanzia, non pensiamo sia un interlocutore credibile. Non ho nessuna necessità di incontri, gli lasceremo fare la sua strada e il suo

percorso. Ho sentito il suo legale e il suo commercialista: la due diligence non è conclusa, i conti finali non ci sono», ha ribadito.
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