La favola del vecchio Pellissier il bomber che ha fermato il tempo

La favola del vecchio Pellissier il bomber che ha fermato il tempo
di Matteo Sorio
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Lunedì 10 Novembre 2014, 05:56 - Ultimo aggiornamento: 10:16
Sul ponte sventola bandiera Pellissier. Né Maxi Lopez né altri ambiziosi volti del nuovo corso. Il tiramisù del Chievo è un vecchio capitano di 35 anni che cita Totò Di Natale («esempio di come l'età non conti») e s'ostina a rinviare l'estinzione della specie. Un passato-fiaccola che illumina la strada buia: la fiaccola è la doppietta anti Cesena, il buio era quello dell'ultimo posto.

E quando Sergio Pellissier, recordman con 399 presenze in gialloblù, ricorda a tutti che «non sono finito», racconta la storia di una piccola realtà che ritrova se stessa aggrappandosi alle proprie radici. «Più Pelo per tutti», scandivano anni fa in riva all'Adige, e l'assolo di "Pelobomber" si accompagna al coro dei Maccarone e altri attaccanti di provincia sparsi per lo stivale del calcio, portatori sani d'esperienza, figurine che non vogliono ingiallire. Se stanno insieme ci sarà un perché. Pellissier è un testardo uomo di montagna sceso dalla Valle d'Aosta e battezzato alla ribalta dodici anni fa, era il 3 novembre 2002, stadio Tardini di Parma: primo di 113 gol con la maglia veronese, ormai una vita fa.

Finiva lì l'era dei Marazzina e iniziava la sua. Memoria storica: l'Europa, la Champions, la B, il ritorno in paradiso, la trama favolistica del Chievo sta ancora in piedi anche grazie alla sua penna e alla sua vena gol distribuita in tutti questi anni.

Ne ha di cose da ricordare e di cui andare estremamente orgoglioso, l'uomo che viene dalla montagna. Uno, Pellissier, che ha segnato tre gol a Buffon in una sola partita (5 aprile 2009), che ha spesso e volentieri rotto le scatole alla Lazio (7 reti, vittima preferita) e alle altre big. Uno che, pur corteggiato da Napoli, Parma e Fiorentina, è stato re solamente per una notte, 6 giugno 2009, a Pisa, test Italia-Irlanda del Nord, gol su ingresso a freddo: "Grazie Lippi, è stato bello", e navigatore sul "principato" scaligero.

Pellissier non segnava da un anno e non sorrideva da due. Cioè da quando Eugenio Corini - oggi scalzato da Rolly Maran - l'aveva tolto dalla casella "intoccabili". Attirandosi l'antipatia di quei tifosi che quest'estate s'erano piazzati sotto casa del loro simbolo: "Resta con noi, Sergio". L'uomo della montagna rispose che "sì, resto, perché amo questi colori". E il cuore batteva forte anche ieri: "Dedica? Alla mia famiglia". Cioè ai figli, Sofia e Matteo. E alla moglie, Micaela, conosciuta ai tempi della Spal, quando lei lavorava nel ristorante convenzionato dove lui pagava con i buoni-pasto. Sono i tre grandi amori di Pellissier. Il quarto è il Chievo: finché pensione, o acciacchi, non li separino.