Pronto a spiccare il volo definitivo, davanti a quella Curva che lo ha fortemente contestato e lui non ha fatto certo mancare la sua risposta. All'inizio dell'estate, Mire era nella lista dei partenti, non perché la società volesse privarsi di lui, ma il contrario. Io non voglio stare dove alla minima partita sbagliata mi fischiano, non voglio stare in una città dove incontri i tifosi che ti insultano, è stato il suo pensiero in sintesi. Poi? Si sono calmate le acque, è arrivato il suo amico Dzeko (coinvolto in prima persona nella trattativa) e ora è qui per vincere. La rete contro la Juve e la corsa verso la sud è l'immagine di una ripartenza, sotto una stella migliore, più luminosa- Il gol (il diciottesimo nella Roma, l'ottavo su punizione) è la solita perla che ha lo stesso linguaggio del suo piede destro. Se la testa funziona, un Mire così è da tenere stretto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA