Pioli a processo, la sua intransigenza tattica e un filo di troppo di presunzione stanno penalizzando la squadra

Pioli a processo, la sua intransigenza tattica e un filo di troppo di presunzione stanno penalizzando la squadra
di Alberto Abbate
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Martedì 25 Novembre 2014, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 09:03
Le rivoluzioni non si fanno con l'acqua di rose, piuttosto con le rose. Così questa Lazio può davvero permettersi d'essere d'assalto? L'intransigenza di Pioli, dopo la batosta con la Juve, finisce sotto processo. Persino dei tifosi: «Forse solo a Parma, i bianconeri avevano passeggiato così sull'avversario». Non solo: «Cinque sconfitte su 12 sono veramente troppe, alla luce di un calendario sinora non certo proibitivo - si legge e ascolta su radio e forum - e senza il peso dell'impegno europeo». Pioli ha appena tre punti più di Petkovic ed esattamente gli stessi gol subiti da Vlado (16) alla dodicesima giornata. Morale: questa squadra aveva ed ha ancora evidenti limiti tecnici. Per carità, dopo anni di catenacci e minestre, c'è un gioco nuovo, diverso e talvolta entusiasmante. Rimane tuttavia la sensazione di un vorrei, ma non posso.

Il nuovo allenatore pecca di presunzione: Milan e Juve (sei reti incassate) serviranno da lezione per i prossimi big match con Napoli e Roma? Lottare a viso aperto con mezzi impari, significa farsi prendere a schiaffi. Perché purtroppo la società in estate ha appoggiato l'ennesimo cambio di rotta, ma non lo sostiene mai sino in fondo sul mercato. Dopo l'infortunio di Gentiletti, serve un altro centrale. Il minimo, perché in questo 4-3-3 urge pure un'altra mezzala.



CENTROCAMPO

Non basta un “galattico” Biglia a centrocampo: 62 passaggi su 70 riusciti (ovvero l'89%), il top player per occasioni create (seppure pochissime, 3), l'unico biancoceleste a recuperare ben 12 palloni e a effettuare 6 anticipi. Se n'era accorto qualcuno? No, perché il 43,7% del possesso palla diventa sterile se non produce nulla. E Lucas è inutile, se le mezzali non volano. Sabato Lulic ha litigato un tempo col pallone, ma soprattutto è sparito Parolo.

Colui che forse aveva il compito più importante: contrastare Pogba. Duello neanche iniziato: l'ex Parma ha recuperato appena un pallone, senza nemmeno provarci (zero tackle, nessun fallo). Una prestazione disastrosa: 6 passaggi sbagliati su 30 e tre inutili tiri in porta. Per capire il confronto impari: Pogba, 3 conclusioni, un incrocio e due gol. Tradotto: 3 a 0. Uno scarto di reti che la Lazio non subiva all'Olimpico dal 15 marzo 2009 col Chievo. Pessimo presagio.



AL VARCO

Senza mezzali, questa Lazio precipita. A Verona Pioli dovrà sostituire lo squalificato Lulic. Probabilmente toccherà a Onazi. Ma in realtà né Eddy né Gonzalez, né Cataldi (casomai alternativi a Parolo o Biglia) sembrano adatti. Una società vera si porrebbe anche questo, di problema. Lotito e Tare si son posti la domanda? Pioli l'ha posto? O pensa sempre di poter inventare per centrare un'Europa minima tutt'altro che facile? La risposta arrogante già la sentiamo nelle orecchie: il centrocampo sinistro? Ma come, abbiamo Mauri e Ederson. Così ci arrendiamo. Senza alcuna distinzione, non si fa la rivoluzione.