Le mosse di Pioli per la gara con il Milan
Lulic e Parolo per una Lazio aggressiva

Stefano Pioli
di Daniele Magliocchetti
3 Minuti di Lettura
Venerdì 29 Agosto 2014, 00:08 - Ultimo aggiornamento: 21:24
Pioli: aggredire, contrastare e ripartire. Un dogma per l’allenatore. Una filosofia che riguarda tutta la squadra, ma principalmente le due mezzali. A San Siro saranno Lulic e Parolo a dare la scossa al centrocampo laziale. Entrambi non solo dovranno sostenere Ledesma o Biglia in fase difensiva, ma avranno il compito di rubar più palloni possibili e rilanciare l’azione per i due esterni Candreva e Keita. Il loro lavoro in mezzo al campo è fondamentale. L’organizzazione tattica della Lazio non è tanto complessa, ma piuttosto semplice e il compito più importante spetta proprio ai due incursori, anche perché Pioli, per consentire alla squadra di essere più veloce possibile in ripartenza, invece dei mediani, predilige avere giocatori più tecnici, ma allo stesso tempo forti fisicamente proprio come Lulic e Parolo. Da lì parte tutto e si è notato ampiamente contro il Bassano Virtus in coppa Italia.



IN SINTONIA

Giocano insieme da pochi mesi, ma sia il bosniaco che l’azzurro sembra si conoscano da anni. Quando uno avanza e spinge in verticale assieme alle due ali, l’altro fa una specie di diagonale, coprendo la zona e viceversa. Due giocatori che viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda. Per Pioli rappresentano l’ideale, anche perché hanno caratteristiche diverse e, in un certo senso, si completano. Uno, Lulic, è potente e quando accelera è difficile fermarlo. L’altro, Parolo, è costante, preciso nei passaggi e non smette mai di correre. E poi, aspetto da non sottovalutare, sono centrocampisti duttili con il senso del gol. Domenica sera ci hanno messo un po’ a carburare, ma quando hanno capito cosa voleva l’allenatore hanno fatto la differenza. Sono loro due che, grazie a un lavoro oscuro e di gran copertura, hanno permesso a Ledesma e agli altri di spiccare il volo.



Nei sette gol realizzati dai biancocelesti domenica sera all’Olimpico c’è la mano di entrambi i giocatori che, grazie alle loro intercettazioni, hanno fatto in modo di far ripartire l’azione sugli esterni e aiutare a finalizzare.



L’EROE SI RIPRENDE LA SCENA

Se per Parolo la stagione che verrà è quella della consacrazione in un club importante, per Lulic dovrà essere quella della conferma. Per i tifosi laziali, il jolly bosniaco rappresenta l’icona della coppa Italia conquistata contro la Roma e il calciatore su questo, a dir la verità, l’anno scorso si è un po’ adagiato, dando la sensazione di non essere più stimolato come al suo arrivo nella capitale. Per gran parte dell’estate è stato sulla bocca di tutti perché si pensava potesse andar via. Su di lui avevano messo gli occhi la Juventus, almeno fino a quando c’era Conte, ma anche l’Inter di Mazzarri e il Milan di Inzaghi. Per cederlo però Lotito pretendeva cifre pazzesche, oltre i 18 milioni di euro. Offerte ne sono arrivate, ma mai di quella portata e così il bosniaco è rimasto. Prima e durante i mondiali pensava di poter partire ed era quasi pronto a farlo, ma adesso che è rimasto e ha conosciuto Pioli e vissuto il nuovo gruppo, non vede l’ora di rimettersi in corsa e dimostrare a tutti la sua forza. E poi c’è una promessa, se Senad farà risultati migliori di quelli di due anni fa, allora la Lazio a fine stagione è pronta a premiarlo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA