Roma-Empoli, cronaca di un pareggio senza protagonisti

Roma-Empoli, cronaca di un pareggio senza protagonisti
di Alessandro Angeloni
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Sabato 31 Gennaio 2015, 23:18
I protagonisti stavolta sono assenti. Fantasmi, ectoplasmi. 1) La vittoria. Che non fa più parte del vocabolario della Roma, l'ultima il 6 gennaio a Udine, un successo di cui ancora si parla e si palerà a lungo per il gol non gol di Astori. Senza i tre punti, da lì in poi solo tristi e malinconici pareggi (tranne forse quello nel derby) e uno scudetto che sbiadisce minuto dopo minuto. La Juve scappa e non deve nemmeno faticare, vista la sfilza di prestazioni insufficienti dei giallorossi, che non perdono mai, ma nemmeno vincono più. E questo è un disastro, perché il sogno si avvicina all'utopia. Perché non siamo negli anni '80, quando il punticino muoveva la classifica. Ora non muove niente, anzi ti affossa, ti immalinconisce. Chi perde più di te ti sta dietro, ti soffia sul collo. L'imbattibilità è un premio di consolazione, magrissima.

2) Gervinho. Perché l'ivoriano, che c'entra il povero Gervais? C'entra, perché in questo mese scarso abbiamo avuto la certezza che l'attaccante ex Arsenal è elemento indispensabile di questa Roma che non sa più giocare al calcio e nemmeno lo abbiamo scoperto stasera. E quando non riesci più a proporre, uno che corre a doppia velocità probabilmente ti toglie parecchi problemi, pur non essendo lui un fenomeno, pur non facendo parte della schiera dei campionissimi. Con Gervinho, forse, a Palermo, a Firenze, qui in casa con l'Empoli qualche punto in più sarebbe arrivato. Se Gervinho diventa (o è) l'elemento imprescindibile, non siamo messi benissimo. Tra poco l'agonia finirà, torna Gervais, accompagnato dal suo amico Doumbia, e pare che con loro arriveranno a dar manforte pure Ibarbo e Chiriches. Ma forse è troppo tardi? Se la Juve va a meno nove, si può togliere anche il forse, a meno che non si suicidi, così come sta facendo la Roma.
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