CONSUETUDINE ANOMALA
Totti fuori, quindi. Semplice scelta tecnica. Quella di Francesco in panchina sta diventando una consuetudine anomala. «Non gioca perché serve il centravanti»; «Non gioca perché preferivo due attaccanti veloci»; «Non gioca perché a 38 anni non regge tre gare in una settimana»; «Non gioca perché come si fa a cambiare formazione quando sei reduce da due vittorie?»: quale sia l'interlocutore interpellato a Trigoria, cambiano le motivazioni ma il risultato è sempre lo stesso. La novità è che quello che prima faceva quanto meno notizia (a proposito: seguito Masuaku, terzino sinistro dell'Olympiacos) sta diventando la normalità a tal punto che anche i compagni di squadra, per ultimo De Sanctis, non si stupiscono più se il capitano è escluso dall'undici di partenza: «Lui sa che quello che conta è il secondo posto», ha detto il portiere. Che Totti abbia avvertito una flessione è evidente: nel girone di ritorno, in sua assenza i punti sono stati 14 (su 18), grazie a 4 vittorie e 2 pari. Con lui in campo solo 9 (su 27), frutto di una vittoria, 6 pareggi e 2 sconfitte. Anche se, è bene ricordarlo, in queste gare non è che gli altri compagni di reparto volassero, Gervinho in primis. Ieri l'ivoriano è tornato sul suo momento-no che si protrae oramai dall'inizio del 2015: «Andiamo a Milano per vincere – ha spiegato a Sky - Quando sono rientrato dalla coppa d'Africa ero un po' affaticato, oltretutto la squadra in quel periodo aveva perso brillantezza. Un bomber alla Tevez o alla Higuain? Se arriveremo secondi, arriverà. Segno poco? Colpa di Totti che mi fa meno assist», la sua battuta. Nell'attesa, la Roma si consola con Doumbia. Ieri l'ivoriano ha lavorato a parte ma oggi sarà in gruppo. Per la terza volta consecutiva, la prima da quando è in Italia, Garcia dovrebbe riproporre la stessa formazione.