Serie A, è solo l'inizio ma Roma e Juventus sono ancora le squadre da battere

Serie A, è solo l'inizio ma Roma e Juventus sono ancora le squadre da battere
di Massimo Caputi
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Lunedì 1 Settembre 2014, 11:40 - Ultimo aggiornamento: 17:27
Novanta minuti sono pochi per esprimere giudizi definitivi, di certo Juventus e Roma sembrano ripartire da dove avevano lasciato. Le vittorie convincenti di sabato, pur pesando la differenza di valore delle avversarie affrontate, vanno oltre i semplici tre punti. I bianconeri hanno dominato in lungo e in largo, i pregi dell’era Conte sono ancora ben presenti e si possono miscelare con il palleggio e la personalità voluti da Allegri. Non solo, Coman è parso ben più di un giovane di qualità, quindi, in prospettiva, un valore aggiunto importante. Dopo amichevoli tra luci e ombre (in verità più ombre), la Roma è tornata d’incanto quella dell’anno scorso. Il calo atletico nella seconda parte della ripresa non ne scalfisce la bontà della prestazione e la superiorità nei confronti della Fiorentina. Ciò che colpisce, piuttosto, sono l’enorme qualità a disposizione di Garcia e le ampie possibilità di scelta. Poter inserire, durante la gara, gente come Florenzi, Keita e Ljaijc è tanta roba e, soprattutto, per pochi. Novanta minuti non possono bastare neanche per soppesare pienamente le altre pretendenti, indicazioni però ce ne sono. A cominciare dal Milan. Inzaghi lo ha reso umile, disposto al sacrificio, più che imporre il proprio gioco, come piace a Berlusconi, punta sulle ripartenze sfruttando le doti dei suoi giocatori. In attesa di scoprire cosa potrà dare Torres, le note positive arrivano principalmente da El Shaarawy, talento ritrovato e prezioso per il Milan e per la Nazionale. Sconfitta ma non bocciata la Lazio. Gli errori nell’ultimo passaggio e le disattenzioni difensive sono stati decisivi e impongono un impegno immediato. Pioli dovrà lavorare anche sulla capacità di concentrazione della squadra. Non può essere un caso che il primo e il secondo gol del Milan sono arrivati a inizio di tempo, e in modi diversi. In contropiede il primo, a difesa schierata il secondo. Meglio, comunque, la Lazio del secondo tempo, non solo perché le squadre erano più lunghe. Mauri, Djordjevic e Felipe Anderson hanno dato decisamente maggiore pericolosità. La squadra ha però buone potenzialità e lo dimostrerà. Da rivedere Inter e Napoli. La prima ha trovato un avversario tosto ma deve saper osare di più, l’altra ha pescato con rabbia il guizzo vincente nel finale ma è ancora vittima delle incertezze difensive e di poco equilibrio.
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